Era un bon viveur, un contrabbandiere e un giocatore d’azzardo, un bevitore e un donnaiolo. Per i tedeschi era un fidato agente dei Servizi Segreti Militari. Il suo nome era Oskar Schindler, l’uomo che durante il nazismo salvò migliaia di ebrei. Sotto Adolf Hitler, diventò un uomo ricco e di successo. Fu una spia al servizio dell’esercito tedesco in Cecoslovacchia e in Polonia e la sua fabbrica di munizioni contribuì allo sforzo bellico dei nazisti. Ma fu lui, costruendo un proprio campo di concentramento e correndo molti rischi, l’unico tedesco nella storia della guerra a salvare più di mille ebrei dai campi di sterminio.
Un personaggio, raccontato anche dalla voce dei testimoni, al centro del documentario Schindler. La vera storia, che Rai Cultura trasmette stasera alle 21.10 su Rai Storia. Proposto nella versione rimasterizzata, il documentario - del 1983 - ha vinto il British Academy Award e ha preceduto di dieci anni il film Schindler’s List di Steven Spielberg. Nato nella piccola città industriale di Zwittau, in Boemia, ai confini con la Cecoslovacchia, viene cresciuto secondo una rigida educazione cattolica, nonostante ci siano ebrei nella sua classe. Il giovane Oskar è estroverso, studia poco e ama stare al centro dell’attenzione. Nel 1928 sposa Emilie, una ragazza molto religiosa di un paese vicino. Durante gli Anni ‘30, da mediocre venditore diventa una spia nazista. I cecoslovacchi lo arrestano nell’agosto del ‘38, ma viene rilasciato dopo che Hitler annette il Territorio dei Sudeti.[red.spett.]