In televisione
Omicidio in Texas e il volto di Candy tra avventure e sesso
La violenza del gesto di Candy, che ha invocato la legittima difesa ed è stata assolta da una giuria prevalentemente femminile
Perché il 13 luglio 1980 Candy Montgomery, casalinga texana, ha ucciso la sua vicina di casa con 41 colpi d’ascia? La violenza del gesto di Candy, che ha invocato la legittima difesa ed è stata assolta da una giuria prevalentemente femminile, ne ha fatto uno dei casi più emblematici degli Stati Uniti. Al punto che quarant’anni dopo due serie si occupano dell’affaire. In attesa di vedere Love & Death, interpretata da Elizabeth Olsen, Disney+ sfodera Candy - Morte in Texas con Jessica Biel, irriconoscibile sotto la permanente e dietro le lenti bifocali di una cittadina esemplare. Ma il suo quotidiano perfetto, un marito, due figli, le amiche, non è che un’illusione. Candy soffoca sotto la routine e la passione nel talamo è spenta da tempo. Il profilo dell’assassina è il punto di forza di Candy, che si domanda «perché» piuttosto che «chi» o «come». La serie lascia fuori campo l’omicidio, passando da una mamma sorridente che bussa alla porta dell’amica a una donna sconvolta che rientra a casa sua ferita. Bisogna attendere la fine del primo episodio per scoprire il corpo di Betty Gore colpita a morte. La disputa, di cui non conosceremo mai i dettagli, è preannunciata da due ritratti destinati a sfidarsi. Candy è estroversa e solare, la sua vita langue e lei cerca avventure e sesso. Betty, al contrario, è complessata e opaca, aliena al marito e alla vita sociale. Tutto in Candy è preparato con cura artificiale, dallo charme degli eighties al décor in formica. L’introspezione che guida il racconto si disfa per conservare solo l’aspetto più inquietante e sensazionalistico. Non arriveremo mai a comprendere l’anima di Candy e nemmeno quel fastidioso filtro vintage in cui è immersa la serie. Soltanto Pablo Schreiber la spunta sul maquillage.