Non si farà la quarta stagione di Star, la serie musicale di Lee Daniels prodotta dalla Fox e interrotta bruscamente al suo quarantottesimo episodio. In attesa di conoscere il suo destino, forse un «doppia puntata» che tirerà le fila e scioglierà l’intreccio, il regista afroamericano (Precious, Il maggiordomo, Empire), cerca a trova con Disney + un nuovo palcoscenico per la sua girl band. I fan di Star possono tirare un sospiro di sollievo e ripassare il refrain. Ferma da tre anni su un colpo di scena, la serie racconta il destino di tre ragazze in fuga dal loro passato. Cantanti di talento, ricominciano da Atlanta e da Star (Jude Demorest), la loro frontwoman pronta a tutto per essere una star. La sottigliezza non è mai stata il forte di Lee Daniels. Ma il mondo della musica è spietato e non fa sconti, figuriamoci regali.
Sorella minore di Empire, melodramma hip-hop organizzato intorno a un produttore musicale e a una successione, Star è una favola nera su due sorellastre in fuga da un orco (il patrigno della minore). Nel viaggio verso la salvezza e la celebrità incontrano una fata-madrina «sciampista» (Queen Latifah) e un produttore strippato (Benjamin Bratt). Da qualche parte tra Dreamgirlse Dallas, la «stella» di Daniels questiona la posizione dei neri nella società americana riposando sulle risorse della soap opera. Tutto nella serie rimanda a questo genere sottostimato: sesso, denaro, omicidi, tradimenti, intrighi, colpi di scena, colpi bassi, vendette. Ma l’ambizione di Star va più lontano, a cominciare dai suoi personaggi, che dietro lo stereotipo rivendicano una psicologia più complessa, riflettendo gli scacchi della società e testando i propri limiti morali. Una serie eccessiva a partire dal cast che conta tra le sue fila anche Gladys Knight e Lenny Kravitz.
