Le parole dell'assessore
«Le eccellenze di Puglia come un fenomeno virale»
Pentassuglia annuncia una campagna di marketing internazionale
Cosa serve in Puglia per dare forza ai prodotti di qualità? Idee nuove, la lungimiranza imprenditoriale di diversificare le produzioni puntando su nuove cultivar come, ad esempio, le uve apirene, senza semi e sempre più ricercate dal mercato. Insieme ad un ragionamento scevro da condizionamenti sul valore e le opportunità delle OP, le organizzazioni di produttori. Di suo la Regione Puglia è al lavoro non solo per risolvere le difficoltà quotidiane, tra calamità naturali e incremento dei costi di produzione, e per dare forza alle reti della filiera produttiva.
Ma quali sono i nuovi asset per una promozione dei prodotti agroalimentari e della pesca pugliesi sui quali bisogna insistere? L’assessore Donato Pentassuglia ha preso due anni fa, in pieno periodo Covid, la delega regionale all’Agricoltura, Industria agroalimentare, Risorse agroalimentari, riforma fondiaria, caccia e pesca, foreste.
Oggi è al lavoro, anche in un’ottica di medio-lungo periodo sul fronte della promozione dei prodotti agricoli e del mare di Puglia.
«In questi mesi stiamo lavorando su attività di promozione e marketing territoriale per tutti i nostri prodotti– sottolinea Pentassuglia - che qualificano l’identità agricola e ittica dei territori ma che punta anche ad aggredire i nuovi mercati. Stiamo valutando con tecnici qualificati i costi di campagne di marketing e di video promozionali di respiro nazionale ma dobbiamo iniziare a lavorare contemporaneamente sul fronte più prossimo».
«Bisogna pensare ad esempio ai nostri aeroporti - precisa - dove devono essere protagonisti assoluti i prodotti agroalimentari pugliesi. Stiamo ragionando molto sul tema del marketing nazionale e internazionale, attenzionando nello specifico il marchio Prodotti di Qualità. Prodotti sottoposti alle verifiche di organismi di controllo altamente qualificati. Il mosaico che stiamo componendo è complesso – conclude Pentassuglia - ma punta ad un obiettivo molto semplice e lineare. La Puglia quando va a Verona, a Düsseldorf, a Parma o Milano e in qualsiasi fiera di settore deve andarci con tutti i suoi prodotti, un brand Puglia che si muove insieme. Le nostre IGP e le nostre DOP e DOCG non devono più essere splendide auto che restano chiuse in garage».
Fare rete è la via più naturale da percorrere per rilanciare le produzioni di qualità pugliesi, senza avere timore del confronto con le altre regioni. Come stiamo facendo con i Contratti di filiera. Un esempio recente è proprio il Contratto di filiera del Ciliegio, al quale partecipano consorzi storici delle Regioni del Nord Italia e nel quale la Puglia vuole essere protagonista, con i due areali della Bat e del Sud Est Barese. Il contratto di filiera è istituito dall’articolo 66 della legge 27 del dicembre 2002, n.289 e gestito dal Mipaaf. Le aziende agricole che vi aderiscono devono presentare progetti per investimenti che vanno da un minimo di 4 milioni a un massimo di 50, con importi finanziabili a singolo soggetto di minimo 400 mila euro.
Fondi utili per ristrutturare gli impianti di produzione, per ammodernare le strutture di lavorazione, per promuovere i marchi, per effettuare attività di ricerca mirata al miglioramento della produzione.