In città

Taranto, scoppia il caso: «Parcheggi tra i crolli? È vietato»

Fabio Venere

De Gregorio: «Il piano in vigore nega la realizzazione di stalli nella zona alta dell’isola»

«Parcheggi al posto degli edifici parzialmente crollati nella Città Vecchia? No, grazie». La risposta, garbata ma allo stesso tempo perentoria, è di Nello De Gregorio, presidente dell’associazione culturale Nobilissima Taranto, che ha nella valorizzazione e nella difesa del centro storico di Taranto la sua missione laica. L’operatore culturale, dunque, respinge al mittente la proposta lanciata in Consiglio comunale dall’assessore all’Urbanistica, Giovanni Patronelli.

«Chiariamo subito un elemento centrale: se c’è una cosa con cui i processi di diradamento, problema mai seriamente affrontato e già presente nel Piano Blandino, non possono avere nulla a che fare - sentenzia De Gregorio - sono proprio i parcheggi. È un tema, questo, che va affrontato in ben altra maniera». Il presidente di Nobilissima Taranto, infatti, si chiede: «Partendo dalla priorità di realizzare condizioni cosiddette moderne e attuali nell’isola come il recupero di una spazio a misura d’uomo, conviene utilizzare eventuali aree resesi disponibili per realizzare dei posti auto?». Evidentemente, no. De Gregorio spiega ancor meglio le ragioni della sua opposizione a quella che, per ora, è solo poco più che un’idea dell’esponente della giunta Bitetti e non ha certo i contorni definiti di un progetto. «È il caso di ricordare che proprio quelle aree a rischio di diradamento si sono stratificate sulla originaria trama di vicoli, corti e piccoli slarghi, di impianto medievale. È su questa trama, che nasceva e si sviluppava - aggiunge l’operatore culturale - durante e dopo la cosiddetta colmata bizantina, che si è impiantata la parte principale dell’edificato prevalentemente settecentesco. E dunque, ora che si fa? Invece di reinterpretare e ricostituire una parte del tessuto urbano più antico e stratificato, lo si vorrebbe trasformare – si chiede ancora Nello De Gregorio - in un parcheggio?». Il presidente di Nobilissima Taranto spiega e aggiunge: «Tra i materiali crollati nei decenni scorsi, ci sono anche quelle ricorrenze, ripetizioni quasi seriali degli elementi isolati che hanno, nel loro insieme, una potenzialità eccezionale nella ricostituzione della scena urbana. Mi riferisco a portali, stemmi, poggioli di terrazzini, opere in ferro, archi, e altro ancora. Bene, e che fine farebbero nel caso in cui si realizzasse un parcheggio?».

In definitiva, per De Gregorio, qualsiasi progetto di demolizione, reintegrazione e cambio di destinazione d’uso rappresenta in se stesso un grave errore, se fatto in vista di un solo criterio funzionale particolare (come nel caso dei parcheggi) e non analizzato in un contesto urbano più ampio e profondo.

L’operatore culturale, infine, fa un’ultima precisazione. «Tra le aree che, secondo l’idea riferita dall’assessore in Consiglio comunale, dovrebbero essere adibite a parcheggio è stata ipotizzata quella nei pressi di scaletta Calò. Ma, forse, l’assessore ha dimenticato – conclude De Gregorio - che il piano, ancora in vigore, vieta la realizzazione dei parcheggi nella zona alta della città».

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