Sono risoluti i mitilicoltori tarantini: per risanare il comparto servono il dissequestro degli specchi d’acqua del primo seno del Mar Piccolo, la creazione di un disciplinare tecnico e il divieto di immergere nel Golfo di Taranto cozze provenienti da altri luoghi tra maggio e agosto. «L’ossigeno che c’è nel Mar Piccolo – ha detto il mitilicoltore Francesco Marangione – serve alle cozze nostre, se è vero che vi stanno a cuore». Ad ascoltarlo, ieri mattina a Palazzo di Città, il sindaco Piero Bitetti, agli assessori Cosa e Gravame, oltre a Capitaneria di porto, Camera di commercio, la struttura commissariale per le bonifiche e associazioni di categoria.
È stata lunga e dibattuta la prima riunione del tavolo sulla mitilicoltura. «Stiamo lavorando – ha garantito l’assessore alle Attività Produttive per Blue Economy, Francesco Cosa – per il dissequestro delle aree del Mar Piccolo. Ci stiamo adeguando alle richieste della procura, per rimuovere i punti abusivi e dare le nuove concessioni. Inoltre stiamo lavorando sui Fondi ex Ilva, si tratta di approvare le variazioni di bilancio». Fondi che servono ai produttori per riavviare la coltivazione del 2026.
«Poi c’è il progetto Siab – ha detto Cosa – pensiamo di arrivare alle fasi negoziali, condividendole con la Regione già a fine anno». Un paniere importante per gli interventi a favore dei produttori di mitili: un fondo di circa 25 milioni di euro che mira alla legalizzazione degli approdi del secondo seno del Mar Piccolo e alla costruzione di punti di sbarco. «Con delle operazioni collegate a questo progetto – ha confermato la vice commissaria per la bonifica del Mar Piccolo, Stefania Fornaro - si potrà contribuire a risanare il sistema nel suo complesso».
La struttura commissariale, inoltre, ha già messo in campo due progetti a favore della mitilicoltura. «Il primo - ha spiegato Fornaro - di decontaminazione con ricerca delle possibili soluzioni per posticipare il momento del trasferimento delle coltivazioni dal primo seno del Mar Piccolo al secondo o in Mar Grande». Una ricerca condotta dal Cnr e che ha avuto dei ritardi a causa del furto dei dispositivi che servivano per il monitoraggio. Si tratta di un progetto dal valore di 400mila euro a disposizione del commissario straordinario per le bonifiche del Mar Piccolo.
Il secondo progetto si chiama “Mitica” e prevede la coltivazione di alghe in grado di fornire ossigeno per contribuire al raffrescamento delle acque per generare strumenti finanziari chiamati crediti di carbonio: «La produzione dei crediti di carbonio – ha aggiunto la vice commissaria - andrà a vantaggio dei mitilicoltori. Anche questo progetto ha un tesoretto di 400mila euro, dal paniere Regione Puglia». Ma le azioni a disposizione sono tante. «Per prima cosa – ha sottolineato - l’impegno di portare la bonifica del Mar Piccolo nel Cis Taranto. E poi ci sono delle azioni che potrebbero rientrare nei progetti del Jtf, il fondo per la transizione giusta, per cui il commissario, nell’ambito di una procedura negoziale è titolare sia di un’azione a terra, chiamata “Filiere Verdi”, sia di azioni sulle coste e sulle aree marine».
I risultati iniziano a vedersi. «Siamo già riusciti – ha detto l’assessore Cosa – a far emergere alcuni operatori dal sommerso perché abbiamo rilasciato delle nuove concessioni. Abbiamo rimpinguato l’ufficio Demanio che prima non aveva nessuna unità. Un ufficio che sarà interfaccia. Riesumeremo il piano delle coste, perché è fondamentale. Ora è necessario sottoscrivere un disciplinare tecnico per regolamentare la materia».