Il caso
Taranto, cane da soccorso ucciso da wurstel con chiodi: morto Bruno, eroe dell’Unità Cinofila. Meloni: «Atto vile»
Salvò 9 persone e fu premiato dalle autorità. Aperta un’indagine per individuare i responsabili dell’atroce gesto, Brambilla si costituisce parte civile
Bruno, un bloodhound molecolare, cane dell’Unità Cinofila da Soccorso di Taranto, è morto oggi in modo atroce: qualcuno gli ha fatto ingerire wurstel con chiodi, provocandogli una lenta agonia. Il suo conduttore, Arcangelo Caressa, lo ha trovato senza vita questa mattina. Bruno non era un cane qualunque: aveva salvato 9 dispersi, ricevuto premi dalle massime autorità e rappresentava l’impegno, il coraggio e la speranza. La sua storia ha commosso tutti ed era stato anche premiato dal presidente del Consiglio.
“Hai dedicato la tua vita a salvare gli uomini, ed è stato un uomo a ucciderti”, scrive Caressa, col cuore spezzato. L’intera comunità è scossa. La Procura e le forze dell’ordine stanno indagando per trovare i responsabili di questo gesto disumano. Bruno era un eroe. Ora resta il dolore e il dovere morale di pretendere giustizia. “Ti voglio bene, amico mio. Per sempre con noi”.
LE REAZIONI DI GIORGIA MELONI E MICHELA BRAMBILLA
«Una notizia che stringe i cuore, un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno». Lo scrive su X la premier Giorgia Meloni commentando la notizia dell’uccisione del cane Bruno e postando una pagina del Messaggero dove lei compare in foto sorridente accanto al cane.
La deputata Michela Vittoria Brambilla annuncia anche la presentazione di una denuncia formale per la costituzione di parte civile «se, come auspicabile, vi sarà un processo». «Un’esca riempita di chiodi - ricorda Brambilla - ha dato a Bruno una morte orrenda, lunga e dolorosissima, per l’emorragia interna, proprio a lui che aveva salvato tante vite di uomini. Al pensiero di tale sconfinata efferatezza c'è da vergognarsi di appartenere alla razza umana. Probabilmente chi ha compiuto questo gesto nefando non lo ha fatto per cieca crudeltà, ma con uno scopo preciso, perché Bruno aveva contribuito a far sequestrare cani utilizzati nei combattimenti. A maggior ragione - prosegue la deputata - occorre individuare il colpevole e applicare la pena prevista dalla legge Brambilla. Lo dobbiamo a questo nobile animale, vittima di una mano ignobile e scellerata».
«Chiedo alle forze dell’ordine di compiere ogni sforzo perché il responsabile della morte del cane Bruno sia assicurato alla giustizia e ne risponda secondo le nuove norme della legge Brambilla, che prevede per chi uccide un animale adoperando sevizie o prolungandone volutamente le sofferenze fino a 4 anni di carcere e 60mila euro di multa», conclude Brambilla, Nm, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente.