Il caso
L'Anac bacchetta il Comune di Massafra: «Gravi ritardi sulla piazza polifunzionale»
I lavori dovevano terminare a gennaio scorso, ma sono solo al 5 per cento
MASSAFRA - I lavori per la realizzazione di una piazza polifunzionale con giardino archeologico nell’area dinanzi all’ex convento di Sant’Agostino di Massafra dovevano essere completati il 22 gennaio scorso e invece gli interventi sono fermi al 5 per cento delle opere. È quanto emerge dalla delibera dell'Anac che ha bacchettato il Comune di Massafra e le amministrazioni che si sono susseguite dal 2017 in poi per la lentezza con cui l'ente sta portando avanti le attività.
Nel documento, l'Anticorruzione infatti evidenzia che l’intervento «risulta in grave ritardo» e individua anche le responsabilità: «In tale situazione, che costituisce già di per sé un fattore di danno per la collettività stante la mancata fruibilità dell’opera pubblica tuttora in fase di realizzazione, si ravvisa – scrive l'autorità nazionale - una specifica responsabilità della figura che riveste, nella fattispecie, il ruolo di Rup (Responsabile unico del procedimento, ndr) e, contestualmente, di DL (direttore dei lavori, ndr), che non risulta aver efficacemente ottemperato agli obblighi di cui agli artt. 31 e 101 comma 3 del D.Lgs. 50/2016, ed in particolare alle funzioni di controllo e di impulso esercitate da tali figure nel corso dell’esecuzione del contratto». In ben 8 anni, quindi, è stato realizzato solo il 5 per cento dei lavori a causa, secondo l'Anticorruzione, degli errori commessi nella fase iniziale di progettazione: «la genesi della situazione (…) è da ricondurre ad una attività di progettazione non adeguatamente approfondita ed alle significative carenze caratterizzanti le correlate procedure approvative. Tali circostanze, che configurano la mancata adeguata osservanza dell’art. 23 del D.Lgs. 50/2016, hanno comportato notevoli ritardi nelle procedure finalizzate alla risoluzione delle interferenze con le opere a rete presenti nell’area di intervento, al raccordo con gli altri Enti territoriali tenuti alla emissione di atti approvativi/autorizzatori e alle pratiche espropriative dei terreni di proprietà». Insomma da una progettazione fatta male sono stati scaturiti una serie di ritardi ed errori che ora hanno trasformato quella idea di piazza in un'opera senza fine.
Infine l'Anac ha rilevato persino «una non corretta applicazione della normativa con riguardo anche ad alcuni aspetti specifici del procedimento tecnico/amministrativo esaminato, quali l’attività di verifica e validazione della relativa progettazione, la consegna delle aree per l’esecuzione dei lavori, la gestione dei termini temporali dell’appalto, nonché la predisposizione della perizia di variante». Insomma un vero pasticcio. Ed è per questo che l'Anticorruzione ha ora intimato di assumere «dei possibili correttivi, tenuto conto dell’avanzamento attuale dell’appalto».