il restauro
Palazzo degli Uffici a Taranto, in autunno partono i lavori per le facciate
Ponteggi e gru saranno rimossi per le opere che riguardano anche piazza Archita e della Vittoria e l’illuminazione artistica
Il prossimo inverno sarà, finalmente, l’ultimo con le impalcature e soprattutto con la gru che, da decenni, oscura Palazzo degli Uffici. Salvo imprevisti, infatti, si avvicina davvero la prima svolta che porterà progressivamente alla riqualificazione dello storico immobile del Borgo umbertino di Taranto.
Ormai, in effetti, ci siamo. Tra maggio e giugno, infatti, verrà pubblicato il bando di gara del primo lotto, stralcio A, del progetto di recupero che prevede il rifacimento delle facciate, delle piazze adiacenti (Archita e della Vittoria), l’illuminazione artistica e anche il restyling dei tratti di strada, ad esempio via D’Aquino, che da decenni appunto sono occupati dai pali dei ponteggi.
Ma come mai ora c’è qualche certezza in più sul cronoptrogramma? Da quel che risulta alla Gazzetta, nei giorni scorsi, è stato fatto il punto della situazione tra gli uffici tecnici comunali (direzione Urbanistica) e il gruppo di progettazione guidato dalla società barese Akkad e di cui fa parte lo studio tarantino Start. Il confronto, da quel che filtra, è servito per definire gli ultimi dettagli del progetto esecutivo. Che a questo punto, entro un mese circa, dovrebbe ricevere il semaforo verde dalla società di verifica incaricata dal Municipio di valutare la proposta. Successivamente, il Comune pubblicherà il bando e, quindi, l’appalto dovrebbe essere aggiudicato tra fine estate e l’inizio dell’autunno. Da quel momento in poi, gli interventi dovrebbero concludersi in un anno, ma i tempi potrebbero anche ridursi di qualche mese considerato che la futura società appaltatrice potrebbe sfruttare l’ampiezza dell’edificio (23mila metri quadrati di superficie) allestendo contemporaneamente sino a 6 cantieri per accelerare.
Riepilogando, il primo lotto della proposta dei tecnici è diviso, a sua volta, in due stralci. Il primo (stralcio A), quello che sarà al centro dell’ormai prossimo bando di gara, che comprende: restauro delle facciate esterne dell’edificio; illuminazione artistica esterna e sistemazioni delle piazze prospicienti l’immobile. Lo stralcio B, invece, riguarda: il restauro della galleria; il recupero delle due corti interne; il restyling del percorso di collegamento dal piano terra all’esterno e, infine, l’illuminazione artistica degli spazi interni.
Per la cronaca, il lotto A ha un importo complessivo di 10,3 milioni di euro; il secondo di 15,4 milioni. Nel dettaglio, la seconda parte del primo lotto poi si congiunge con il secondo che, invece, riguarda la riqualificazione e la definizione degli spazi interni. In altre parole, solo in quest’ultimo contesto e non prima, si potrà decidere materialmente quali attività verranno svolte al primo piano piuttosto che al secondo dello storico edificio.
Per quel che riguarda le risorse finanziarie, invece, i 10,3 milioni di euro dello stralcio A del primo lotto provengono per 4,5 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) mentre per i restanti 5,8 dal Comune di Taranto che farà ricorso ad un mutuo acceso con Cassa depositi e prestiti, per un totale appunto di 10,3. Infine, i 15,4 milioni relativi alla seconda parte del primo lotto e agli interventi del secondo derivano, anche in questo caso, dal Fondo di sviluppo e coesione. Tutto questo, però, non è sufficiente per organizzare servizi pubblici e attività all’interno del Palazzo e, per questo, potrebbero essere determinanti i fondi del ministero della Cultura e chissà magari anche quelli dei privati, nel caso in cui il Comune aprisse loro le porte per la gestione dell’immobile.