Sabato 06 Settembre 2025 | 08:53

La sparatoria di viale Magna Grecia a Taranto, i giudici: «Varallo voleva uccidere i poliziotti»

 
Alessandra Cannetiello

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Alessandra Cannetiello

La sparatoria di viale Magna Grecia a Taranto, i giudici: «Varallo voleva uccidere i poliziotti»

«Il disturbo da cui era affetto l’imputato, pur avendo inciso sulla capacità di intendere e volere, non era tale da escludere i poteri di critica e giudizio, né tantomeno sulla rappresentazione delle conseguenze ricollegabili alle sue condotte»

Domenica 16 Marzo 2025, 10:25

TARANTO - «Il disturbo da cui era affetto l’imputato, pur avendo inciso sulla capacità di intendere e volere, non era tale da escludere i poteri di critica e giudizio, né tantomeno sulla rappresentazione delle conseguenze ricollegabili alle sue condotte». È quanto scrivono i giudici del tribunale di Taranto nelle motivazioni con cui il 13 settembre scorso hanno condannato a 15 anni e 7 mesi il 45enne Pantaleo Varallo, arrestato a gennaio 2022 per aver tentato prima di rubare una Porsche nella concessionaria Ventriglia e poi aperto il fuoco contro alcuni poliziotti in viale Magna Grecia. Nei giorni scorsi il collegio presieduto da Tiziana Lotito, a latere Paola D’Amico e Anna Lucia Zaurito, ha spiegato le ragioni della condanna inflitta al 45enne.

Difeso dall’avvocato Andrea Silvestre, Varallo per i magistrati ha sparato a «brevissima distanza» contro i poliziotti che erano «impossibilitati a porsi al riparo dai colpi», e «continuato a esplodere i colpi d’arma sino ad esaurire l’intero caricatore in rapida successione» mirando alla testa e agli organi vitali: elementi che per i giudici dimostrano la «manifesta volontà di cagionare lesioni letali». Il dolo, ossia la coscienza e la volontà di uccidere, scrivono i magistrati, «è logicamente compatibile con il vizio parziale di mente». Per questo, pur riconoscendo la seminfermità, questa non può bilanciare «la gravità e le modalità della condotta omicidiaria (…) in una sequenza di atti di ingiustificata violenza, nonché in ragione delle lesioni cagionate».

Il processo si è fin da subito incardinato sull’accertamento della capacità di intendere e di volere di Varallo: il 45enne era sotto l’effetto di droghe quando era stato sorpreso a rubare l’auto dal titolare della concessionaria: quando i poliziotti lo avevano intercettato chiedendogli di fermarsi, Varallo era scappato per poi far ritorno e sparare agli agenti. Fortunatamente le ferite riportate dai poliziotti, però, furono di lieve entità.

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