cronaca da palazzo
Taranto , l’ex «Area Melucci» divide il centrodestra: tra i nomi in lizza Lazzaro, Tacente e Di Cuia
Il centrodestra da giorni ormai cerca una difficile sintesi sulla formazione da schierare in campo alle prossime Amministrative
TARANTO - Il perimetro non è importante solo in geometria, ma lo è anche in politica. Ne sa qualcosa il centrodestra che, da giorni ormai, cerca una difficile sintesi sulla formazione da schierare in campo alle prossime Amministrative. Il capitano della squadra, ovvero il candidato sindaco, verrà di conseguenza subito dopo, ma prima la coalizione che governa il Paese deve decidere a chi aprire i cancelli. E a chi chiuderli, naturalmente.
E così, nelle riunioni svolte sinora e probabilmente anche in quella in programma stasera, il convitato di pietra al tavolo dei conservatori è stato e sarà ancora “Io C'entro”, contenitore ideato dal presidente del consorzio Asi, Costanzo Carrieri, e di cui fanno parte esponenti dell'ex maggioranza consiliare (l'Area Melucci), i presidenti delle aziende partecipate oltre ad alcuni professionisti. Il tema su cui il centrodestra ionico discute (e si divide) è sostanzialmente questo.
Le posizioni sono diverse e vanno da un “no” secco, a una valutazione da fare caso per caso (anzi nome per nome) sino a un “sì” quasi totale verso quella che era l'area dell'ex primo cittadino. Di certo, nello schieramento che da vent'anni non vince un'elezione nel comune capoluogo, non c'è lo sbarramento netto verso “Io C'entro” che, invece, è stato confermato dalle forze di centrosinistra.
Fratelli d'Italia, ad esempio, almeno per quel che riguarda il coordinatore comunale Gianluca Mongelli, quello provinciale e deputato Dario Iaia e il consigliere regionale Renato Perrini, sembrano tenere il punto sul fatto che il candidato sindaco debba essere espresso dal tavolo provinciale del centrodestra (e non da altri livelli), ma anche sul fatto che sia chiaramente identificabile con la storia e i valori dell'alleanza. Se questo vale per l'identikit del terminale da schierare in campagna elettorale, FdI sembra essere comunque disponibile ad aprire al civismo ma, di certo, non a subire una contaminazione totale con le quattro liste dei “Melucci boys” né tantomeno a cedere quote di sovranità nella scelta del candidato.
Per quel che riguarda Forza Italia, il consigliere regionale Massimiliano Di Cuia non ha mai fatto alcun mistero di nutrire (legittime) ambizioni per la corsa a sindaco e quindi preferirebbe che la coalizione facesse una scelta di matrice politica e identitaria. E se Svolta liberale di Musillo, Cosa e Festinante si colloca in una posizione più attendista, non ponendo veti ad alcuno, la Lega ha una linea diversa rispetto agli alleati.
Per il Carroccio, infatti, bisognerebbe presentarsi alle urne con una coalizione allargata ad esponenti del civismo in modo da essere competitivi per la vittoria finale. Nessun pregiudizio, dunque. Anzi, negli ultimi giorni, da più parti i nomi di ex esponenti dell'Amministrazione Melucci (Mimmo Ciraci, Adriano Tribbia, Filippo Illiano, Angelica Lussoso e Stefania Fornaro) sono stati associati al partito di Matteo Salvini. Solo ipotesi, per ora, poi si vedrà.
Dal perimetro al vertice della coalizione ovvero al candidato sindaco. I nomi sul tavolo vanno da Massimiliano Di Cuia (Forza Italia) a Gianluca Mongelli (Fratelli d'Italia) nel caso cui prevalesse nel centrodestra l'opzione di una candidatura politica e da Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura a Francesco Tacente, presidente di Ctp, nel caso in cui invece passasse la linea che porta alla società civile con quest'ultimo nome che potrebbe portare in dote alla coalizione rispetto agli altri un maggior numero di liste a suo sostegno.
Alla fine, la sensazione è che tra i conservatori la palla passi a Roma e che lì, essendo peraltro tutti parlamentari, a decidere siano poi i segretari regionali dei partiti (D'Attis di FI, Gemmato di FdI e Marti della Lega).