Sabato 06 Settembre 2025 | 17:00

A Taranto Rosario, l’autismo e la cura precoce: «Mio figlio aveva i sintomi ma non mi ascoltavano: poi l'aiuto dagli specialisti dell'Asl»

 
Valentina Castellaneta

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Valentina Castellaneta

Rosario, l’autismo e la cura precoce: «Così gli specialisti dell'Asl jonica ci hanno aiutati»

L’esperienza di mamma Agata con «Early start Denver», un percorso per l’autismo ideato in America per bambini in età prescolare che ha consentito un rapido recupero

Venerdì 29 Novembre 2024, 13:48

14:56

«Si parla sempre di malasanità, liste d’attesa, ma la storia di mio figlio sarebbe diversa senza l’aiuto che ci è stato dato dai medici di Taranto». La battaglia di Agata Avrusci è iniziata sei anni fa, quando il suo figlio Rosario a 18 mesi ha iniziato a sfarfallare, mettere tutto in fila, non guardarla negli occhi e soprattutto non parlare. «Aveva cominciato – racconta la mamma - a manifestare i tipici sintomi dell’autismo, ma nessuno mi dava retta: mi dicevano che era frutto della mia fantasia. Eppure vedendolo crescere accanto alla sorellina gemella, il confronto era facile. Così ho cercato uno specialista». Agata e suo marito si sono rivolti alla Stella Maris, un istituto di ricerca nel Pisano, dove il bimbo è stato ricoverato per una settimana, insieme ai genitori e la sorellina.

«A Pisa - spiega Agata - mi hanno assicurato che non ero pazza e che il problema c’era. Agendo subito abbiamo potuto recuperare tanto. Mi hanno detto che a Taranto c’erano delle specialiste nel “Early Start Denver”, un programma di recupero veloce». Si tratta di un percorso per l’autismo ideato in America per bambini in età prescolare, mirato a promuovere le abilità sociali, comunicative e di apprendimento. Nonostante la Neuropsichiatria Infantile dell’Asl di Taranto avesse personale formato, Agata scoprì che il programma non era ancora attivo perché non aveva ancora avuto l’approvazione della Regione Puglia. «Mi sono rivolta alla brava primaria Anna Cristina Dellarosa. Ero determinata a far iniziare il programma e sollevai un po’ di polvere. Dopo una settimana Rosario è stato il primo bimbo tarantino ad iniziare il percorso».

La mamma racconta che oggi Rosario è un bimbo autonomo che socializza, guarda negli occhi, accetta il rifiuto ed è tanto bravo a scuola. «Ci sono - sottolinea la mamma - delle sfumature comportamentali che ci saranno per sempre: è selettivo nell’alimentazione e ha difficoltà a gestire alcune emozioni. Ma frequentando altri bimbi, apprende tanto. I bimbi autistici imparano dagli altri, anche come si reagisce alla rabbia, per questo non devono restare chiusi nella loro “diversità”». Dalla terapia multisistemica in acqua all’ippoterapia, arti marziali e ora anche il pianoforte, Rosario che ora a 7 anni è pieno di avventure che condivide con sua sorella. Lei lo definisce «speciale», sa calmarlo quando serve e resta al suo fianco senza che nessuno glielo imponga.

Agata ha deciso di raccontare questa storia per dare forza alle mamme a cui nessuno crede e anche a quelle che hanno paura ad ammettere che i loro bimbi sono affetti da autismo. «Noi - puntualizza - siamo andati contro tutto e contro tutti. Io ho dovuto lasciare il lavoro per un anno. L’importante è vivere in funzione del dopo di noi, quando noi genitori non ci saremo. È adesso che tocca dare tutti gli strumenti perché i nostri figli possano avere una vita futura non solo dignitosa, ma anche serena».

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