Il fatto

Abuso d'ufficio, a Taranto archiviata l’accusa per deputato FdI Maiorano

Francesco Casula

Nel mirino condotte poste in essere nel suo ruolo di amministratore locale

TARANTO - Non c'è la prova evidente dell'insussistenza del fatto, ma l'accusa di abuso d'ufficio dev'essere archiviata perchè il reato è stato abrogato. Si chiude così il fascicolo processuale nei confronti del deputato di Fratelli d'Italia Giovanni Maiorano, parlamentare tarantino che ha contribuito con il suo voto favorevole a cancellare il reato dal codice penale e di conseguenza anche a chiudere con un nulla di fatto il suo procedimento penale.

Dopo la seconda richiesta di archiviazione avanzata dal pm Antonio Natale, infatti, il giudice Benedetto Ruberto ha fissato l'udienza convocando anche la controparte che aveva denunciato il deputato, ma non ha avuto la possibilità di entrare nel merito della vicenda perché quell'accusa, da agosto scorso, non esiste più.

Il magistrato scrive infatti chiaramente che il reato «deve ritenersi non più perseguibile, a seguito dell'abrogazione» del artico 323 del codice penale. Ma nel suo provvedimento il gup Ruberto ripercorre la vicenda spiegando che «la denuncia riguardava condotte poste in essere dal Maiorano» nel suo ruolo di amministratore locale «finalizzate a perseguire un interesse proprio in danno di quelli del denunciante» contribuendo «con il suo voto alla approvazione di una delibera della giunta comunale di Maruggio asseritamente viziata da violazione di legge (e in violazione dell'obbligo di astensione)». Una condotta che configurerebbe proprio il reato di abuso d'ufficio che tuttavia «non è più penalmente rilevante, né appare inquadrabile in altra fattispecie». Ed è per questo che il magistrato ha infine disposto l'archiviazione del procedimento perchè «il fatto non è più previsto dalla legge come reato».

I fatti risalgono a febbraio 2022 quando Maiorano, difeso dall'avvocato Gianluca Mongelli, all’epoca vice sindaco e assessore ai lavori pubblici, e sua moglie acquistano un terreno che solo qualche mese più tardi viene venduto a Michele Cosimo Gioia, fratello di Annamaria Gioia, assessore nella giunta di Maruggio. Proprio su quel terreno viene installata da una compagnia telefonica un’antenna: l’autorizzazione concessa dal Comune porta la data del 12 gennaio 2023, cinque mesi dopo la cessione. Di qui le denunce del l'uomo che accanto a quel terreno gestisce una struttura ricettiva. La procura chiede una prima volta l'archiviazione, ma il giudice Fulvia Misserini dispone per il parlamentare l'imputazione coatta: il provvedimento però viene annullato per un vizio procedurale. Il fascicolo torna alla procura che però chiede nuovamente l'archiviazione: quando il gip Ruberto è chiamato a esprimersi il reato è stato abolito. Anche grazie al voto dello stesso indagato.

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