Il caso

Taranto, per la morte del piccolo «Lollo» assolto un dirigente Ilva

Francesco Casula

La Corte d’appello ha confermato l’innocenza di un capoarea. Altri otto dirigenti dello stabilimento sono a processo in grado dinanzi al giudice Zaurito

TARANTO - È stata confermata anche in appello l'assoluzione di Angelo Cavallo, ex responsabile dell’Area Agglomerato coinvolto nell'inchiesta sulla morte di Lollo, il bimbo di soli 5 anni, ucciso il 30 luglio 2014 da un «astrocitoma» e diventato simbolo della lotta all’inquinamento a Taranto. Ieri mattina è stata la Corte d'appello a confermare l'innocenza di Cavallo rispetto alle accuse come aveva fatto in primo grado il giudice Pompeo Carriere.

Nell'inchiesta erano coinvolti altri dirigenti, ma Cavallo è stato l'unico a scegliere di essere giudicato con rito abbreviato: per lui in entrambi i giudici, l'accusa aveva chiesto una condanna di poco superiore ai 2 anni, ma per il giudice prima e per la corte poi, non vi sono elementi che provino la responsabilità del dirigente.

Per gli altri 8 dirigenti, che hanno scelto il rito ordinario, è invece in corso il processo di primo grado dinanzi al tribunale di Taranto.

Alla sbarra, con l’accusa di cooperazione in omicidio colposo ci sono Luigi Capogrosso, direttore dello stabilimento Ilva fino al 3 luglio 2012, Marco Andelmi ex responsabile dell’Area Parchi Minerali, Ivan Di Maggio capo dell’Area Cokerie, Salvatore De Felice responsabile dell’Area Altiforni e i capi delle due Acciaierie Salvatore D’Alò e Giovanni Valentino...

LEGGI IL RESTO DELL'ARTICOLO SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION E SUL CARTACEO 

Privacy Policy Cookie Policy