il caso

Taranto, gara sospetta al cimitero: adesso in aula a parlare sono i dirigenti

francesco casula

Il Comune si è costituito parte civile e chiede danni per 390mila euro

TARANTO - Ammonta a 390mila euro la richiesta di risarcimento presentata dal Comune di Taranto nei confronti dei dirigenti, funzionari e necrofori coinvolti nell’inchiesta «Golden System» sul racket del «caro estinto» nei cimiteri ionici e sull'affidamento ritenuto truccato dalla procura della gara d'appalto da 7 milioni di euro per i servizi all'interno del camposanto. L'ente ha chiesto danni a ciascuno delle persone coinvolte indicando e valutando il risarcimento in somme comprese tra un minimo di 15mila euro per ciascuno dei necrofori fino a un massimo di 30mila euro per i due dirigenti Michele Matichecchia e Carmine Pisano. Nella prima udienza preliminare, inoltre, si sono costituite parti civili anche la società di mutuo soccorso Regina Pacis e un istituto bancario.

Ma la gran parte dell'udienza, ieri mattina, è stata dedicata agli interrogatori di Matichecchia e Galeone che hanno scelto di rispondere alle domande di tutte le parti coinvolte.

Il comandante della Polizia Locale, difeso dall'avvocato Ciro Buccoliero e accusato di falso e turbativa d'asta, in aula ha spiegato la sua versione dei fatti rigettando le accuse ed evidenziando che alcune intercettazioni ritenute determinanti dall'accusa sarebbero state trascritte in modo sbagliato: una tesi che al momento non trova riscontri in documenti depositati nell'udienza, ma su cui il procedimento penale dovrà fare chiarezza. Barbara Galeone, difesa dall'avvocato Salvatore Maggio, ha invece provato a chiarire i rapporti con i vertici della Kratos, la cooperativa che per l'accusa ha vinto la gara grazie a un bando ritagliato su misura. In particolare la funzionaria comunale, che insieme a Matichecchia e al dirigente Carmine Pisano, faceva parte della commissione aggiudicatrice ha sostenuto che il progetto presentato dalla cooperativa era il migliore tra quelli presentati, ma non ha saputo spiegare i rapporti con Clarissa Filomena Francisco, legale rappresentante della Kratos. Nel corso delle intercettazioni, infatti, nel bel mezzo della gara i poliziotti della Squadra mobile hanno captato la funzionaria che chiedeva alla Francisco il valore dell'offerta economica presentata. Un dato, soprattutto, che la commissione dovrebbe scoprire solo una volta aperte le buste.

Nell'ordinanza deel dicembre scorso, il gip Giovanni Caroli ha rigettato l’istanza di arresti domiciliari per Pisano e Matichecchia spiegando non ci sarebbero i gravi indizi di colpevolezza: per i due il giudice aveva descritto le loro condotte come animate da «incresciosa negligenza» perchè in sostanza si sarebbero adeguati passivamente alle scelte della Galeone. Per Matichecchia, in particolare, lo stesso gip Caroli aveva spiegato che sebbene fosse il presidente della commissione aveva «un contegno ancor più svagato ed arrendevole, dunque massimamente negligente». Il tribunale del Riesame, invece, pur non concedendo la misura dei domiciliari richiesta dal pm Francesco Ciardo, ha ritenuto che ci siano per i due gli indizi per l'accusa di falso, ma non per aver truccato la gara.

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