sanità

Taranto, per l'assistenza anziani e disabili la Cgil lancia un nuovo allarme: «Comune annulli i pagamenti»

valentina castellaneta

Centinaia le famiglie tarantine che si chiedono ancora se dovranno continuare a pagare o meno

Le cartelle con i pagamenti per il servizio Adi e Sad non sono ancora state stralciate. Mentre la direzione dei Servizi Sociali e la Commissione preparano le mozioni al regolamento comunale per l’assistenza domiciliare integrata, gli utenti beneficiari del servizio si chiedono ancora se dovranno continuare a pagare o meno. «La direzione dei Servizi Sociali – informa Tiziana Ronsisvalle, segreteria confederale della Cgil di Taranto - ci ha detto che sta valutando di stralciare gli “avvisi bonari di pagamento”. Ma deve produrre un atto amministrativo di annullamento in autotutela della delibera numero 11 del gennaio 2023, che non ci sembra sia stato fatto. “Stiamo valutando” significa che il regolamento è ancora vigente. Noi chiediamo venga annullato e gli avvisi stralciati».

Insomma se una delibera non c’è, quegli avvisi di pagamento che le 350 famiglie beneficiarie del servizio di Adi e Sad hanno ricevuto via raccomandata, sono ancora validi e vanno saldati. «Una parte degli utenti – afferma la sindacalista – per timore ha pagato. Tanti altri no. Ci hanno riferito di essere stati più volte chiamati e sollecitati, ad alcuni è persino arrivato un secondo avviso, ad altri è stato detto “Guarda che ti sospendiamo il servizio”. In molti casi l’assistenza domiciliare diventa l’unica fonte di sostentamento nella gestione di un parente in difficoltà o un ragazzo disabile». Sotto questa pressione familiare qualche utente ha deciso di pagare, magari anche rateizzando la somma, come le raccomandate suggerivano e ora si apprestano a saldare la quarta rata. «Non tutti – sottolinea Ronsisvalle – sono nella stessa condizione, ma tutti sono preoccupati dal fatto che 18,50 euro all’ora diventa un impegno economico considerevole. Quindi devono sperare che il loro Uvm, (l’Unità Valutativa Multidisciplinare che viene fatta quando un cittadino accede all’assistenza domiciliare) non sia importante in termini di ore. Perché più ore vengono dedicate al disabile più il contributo alla spesa sale». Bisogna fare una distinzione: l’Adi, assistenza domiciliare integrata che garantisce le cure mediche domiciliari al malato, ha un contributo economico anche da parte dell’Asl. Quindi nelle tasche dei disabili, il costo all’ora per il servizio di operatori socio sanitari e infermieri si dimezza. La Sad, Servizio assistenza domiciliare, che riguarda l’igiene del malato e dei suoi ambienti, ha invece un costo maggiore. «Essendo di respiro sociale – spiega la sindacalista – tu la quota la paghi interamente. Ma quei lavoratori svolgono un’azione conciliatrice, perché quando si assiste un familiare, ogni tipo di supporto anche un’ora di respiro è un sollievo».

Qualche giorno fa su sollecitazione delle organizzazioni confederali è avvenuto un incontro chiarificatore, a cui erano presenti l’assessora Gabriella Ficocelli e il dirigente dei Servizi Sociali: «Ci hanno ribadito – riporta Ronsisvalle - che una posizione di mezzo poteva essere adatta, certamente non i 15 mila euro di Isee della mozione Liviano, perché avevano fatto il punto della situazione rispetto agli assistiti attuali. Noi abbiamo ribattuto che gli assistiti attuali non sono un dato, perché potenzialmente il territorio potrebbe esprimere una serie di altre necessità in futuro».

Per il segretario generale di Cgil Taranto, Giovanni D’Arcangelo, quello che sta accadendo è la cartina tornasole della scarsa sicurezza sociale in cui è costretto a vivere un cittadino tarantino che nasce o incorre in una condizione di fragilità. «La disabilità non è scelta - aggiunge - è una condizione che non si cerca e che capita nella vita. Ecco perché un’istituzione ha il dovere di tutelare le condizioni dei fragili così come prevede la Costituzione».

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