TARANTO - La direttrice dell’area Epidemiologia e Care Intelligence dell’Aress Puglia, sulla questione dell’aggiornamento dello studio epidemiologico su Taranto relativo anche alle emissioni dell’ex Ilva, conferma che «in relazione alle dichiarazioni del professore Marescotti circa l'aggiornamento dello studio di coorte, l’attività è in corso, così come programmato».
L’attività - viene spiegato - è inserita recentemente nel più ampio quadro di iniziative a tutela della salute e dell’ambiente».
«Purtroppo - aggiunge - non è possibile ignorare che la pandemia ha comportato una riduzione dell’attività di diagnosi nel biennio 2020-2021, in tutta Italia, ed è quindi risultato opportuno prevedere un’estensione del periodo di osservazione che comprenda almeno il 2023». «Va tuttavia precisato - continua - che l’aggiornamento dello studio di coorte concluso nel 2016 e il successivo studio difference in difference pubblicato nel 2019 hanno già supportato, in modo per noi inequivocabile, l’esistenza di un nesso causale tra le emissioni del siderurgico e la mortalità per tumore del polmone e per malattie cardiovascolari, suggerendo altresì l'associazione con altri esiti, tumorali e non».
«Le attività di ricerca in corso - conclude - hanno l’obiettivo di estendere l'osservazione anche su altri effetti sanitari, per contribuire alla costruzione delle evidenze tra esposizione all’inquinamento industriale e malattie».
LA RICHIESTA DI PEACELINK ALLA REGIONE
«Nel contesto dell’inizio del processo d’appello Ambiente Svenduto, Peacelink rinnova il suo impegno a difesa della salute dei cittadini tarantini e esprime profonda preoccupazione per il ritardo nell’aggiornamento dello studio epidemiologico su Taranto, realizzato da Francesco Forastiere. Tale studio è stato importantissimo per il processo Ambiente Svenduto che ha portato a dure condanne in primo grado in considerazione della gravità delle evidenze scientifiche portate alla luce». Lo sottolinea il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti nel giorno dell’avvio del processo d’appello legato all’inchiesta Ambiente Svenduto per il presunto disastro ambientale causato dall’ex Ilva durante la gestione dei Riva. Peacelink è tra le parti civili.
«Lo studio in questione, fondamentale - aggiunge Marescotti - per comprendere il nesso causa-effetto tra gli inquinanti prodotti dall’Ilva e la salute dei cittadini, è stato lasciato languire per ben otto anni dopo un primo aggiornamento nel 2016. Nonostante gli impegni presi pubblicamente dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, per il suo aggiornamento, ci troviamo oggi, nel 2024, di fronte a un grave ritardo».
Peacelink ha «costantemente sollecitato - spiega l'ambientalista - l’aggiornamento di questo studio vitale, ricevendo solo promesse e rinvii da parte delle autorità regionali. Abbiamo scritto nuovamente alla Regione Puglia, esigendo risposte immediate e chiare. Chiediamo al presidente Michele Emiliano di assumersi la responsabilità di questo ritardo e di fornire spiegazioni valide alla comunità tarantina. La salute dei cittadini non può essere sacrificata sull'altare dell’inerzia burocratica».