TARANTO - «Accertare la reale natura delle polveri che si depositano presso le unità immobiliari» del quartiere Tamburi per verificare se «possa ricondursi alla diffusione di polveri provenienti dallo stabilimento siderurgico distante poche decine di metri dalla zona Tamburi». È quanto ha stabilito il gip di Taranto Gianna Martino concedendo altri tre mesi di tempo alla procura di Taranto per approfondire le indagini avviate dopo un esposto presentato dall'associazione Giustizia per Taranto nel 2020 nel quale veniva documentato come, nonostante la copertura dei parchi minerali dell'ex Ilva, i balconi e le case del rione vicino alla fabbrica continuavano a essere invase dalle polveri.
Nel documento del gip Martino, è proprio il magistrato a puntare sostanzialmente il dito contro la fabbrica indicando al pubblico ministero Filomena Di Tursi di acquisire una copia della sentenza del processo “Ambiente Svenduto” e delle perizie che nel 2012 furono disposte dal giudice Patrizia Todisco e che confermarono come le emissioni nocive della fabbrica in quegli anni di gestione Riva erano stati causa di malattia e morte.