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Sgombero ai Tamburi, tempi più lunghi per il ritorno a casa delle famiglie sfollate

valentina castellaneta

Il Comune ha messo a disposizione appartamenti e co-housing, ma in molti hanno deciso di rinunciare

Si allungano i tempi per il ritorno a casa dei residenti della palazzina di via Galeso, sgomberata per rischio crollo il 30 gennaio scorso. I lavori per il ripristino dei danni strutturali riportati dall’immobile potrebbero portare via mesi. Tempo in cui gli sfollati resteranno senza abitazione.

«Diciamo che – ha spiegato l’assessora ai Servizi Sociali, Gabriella Ficocelli – la sistemazione in hotel e b&b non credo che possano essere previste dall’amministrazione pubblica. Vero è che il nostro pronto intervento sociale, gestito dall’associazione “Noi&Voi”, è intervenuto all’istante. Abbiamo recuperato la disponibilità all’accoglienza della Caritas Diocesana, di Noi&Voi, che gestisce il nostro alloggio sociale, e dell’Abfo, che ha degli appartamentini di co-housing». Proposta che molti degli sgomberati hanno rifiutato, preferendo dormire in un furgone o da amici e parenti. Per questo, martedì una delegazione dei residenti incontrerà l’assessora Ficocelli. «Posso assicurare - ha detto l’esponente della giunta - che gli alloggi sociali, il co-housing, sono delle soluzioni pulite, sicure e dignitose, nelle quali si può vivere tranquillamente per qualche tempo». Un’altra soluzione sarebbe quella paventata dall’assessore Michele Mazzariello, che ha suggerito agli inquilini di trovare un nuovo affitto e il Comune provvederà a pagare la locazione. Molti di loro, però, sono ex percettori di reddito di cittadinanza, ritengono difficile che qualcuno affitti una casa senza garanzie. E così sperano che sia proprio il Comune a fare da tramite, ma per Ficocelli non è possibile: «il Comune – spiega – mette a disposizioni dei contributi abitativi nel caso di sfratto o di situazioni di emergenza: se un proprietario mette a disposizione la propria casa, il Comune interviene con un contributo di 300 euro. Ma l’amministrazione non può fare da tramite. Può solo elargire il contributo». Il Comune potrebbe inoltre venire incontro bloccamdo la Tari, fino a quando non torneranno in possesso delle loro case ha aggiunto l’assessore Mazzariello.

Intanto, i rilevamenti degli ingegneri nominati dall’amministratore di condominio vanno avanti: negli scorsi giorni è stata fatta anche un’indagine geomorfologica, per comprendere la staticità dell’edificio che ha portato alla luce due lesioni nel versante interno della palazzina, sulla muratura del lato Mar Piccolo. Notizie che non fanno ben sperare.

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