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Ex Ilva, ispezione dei commissari a Taranto nello stabilimento interrotta. Ditte indotto: «No a secondo bidone di Stato»

 
Redazione online

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Ex Ilva, i commissari a Taranto per l'ispezione nello stabilimento

Dopo denuncia sindacati su progressivo fermo impianti. Sit-in delle ditte dell'indotto

Venerdì 02 Febbraio 2024, 10:30

14:40

TARANTO - Una delegazione della gestione commissariale di Ilva in amministrazione straordinaria è entrata nello stabilimento siderurgico di Taranto per l’avvio dell’ispezione programmata dopo le segnalazioni dei sindacati che denunciavano il progressivo spegnimento degli impianti.

Nei giorni scorsi era stato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a sollecitare un intervento di Invitalia e dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria al fine di garantire la continuità produttiva.

Sono presenti, tra gli altri, i commissari Antonio Lupo e Francesco Ardito e il dirigente Giancarlo Quaranta. All’esterno della direzione dello stabilimento è in corso un sit-in di imprenditori dell’indotto aderenti ad Aigi che mostrano bidoni vuoti con impresse due date: il 2015, anno in cui l’Ilva fu commissariata e le imprese persero crediti per 150 milioni, e il 2024, anno in cui si potrebbe nuovamente far ricorso all’amministrazione straordinaria. Gli imprenditori temono di veder svanire nuovamente crediti che ora ammonterebbero a oltre 130 milioni. 

Di fronte al rischio di blocco totale paventato dalle sigle metalmeccaniche e al rallentamento delle forniture e delle attività degli altiforni (attualmente è in marcia solo l’afo4), i commissari di Ilva avevano richiesto ad Acciaierie d’Italia «aggiornamenti urgenti circa lo stato di funzionamento degli impianti degli stabilimenti, le iniziative in corso di svolgimento e la necessità di una loro visita ispettiva».
In occasione della recente audizione al cospetto della Commissione Industria e Agricoltura del Senato, è stato il commissario Antonio Lupo a chiarire che il decreto relativo a "Disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico» che dovrebbe servire per l’amministrazione straordinaria di Acciaierie d’Italia può avere conseguenze anche su Ilva in amministrazione straordinaria in maniera indiretta. 'L'articolo 4 per noi - ha sottolineato Lupo - è una norma particolarmente interessante perchè ci consente, anche in caso di contenziosi giudiziari, di poter chiudere altre tre procedure di amministrazione straordinaria con la possibilità di mettere in bonis tre società: Taranto Energia, Ilva Servizi Marittimi e Tillet».

ISPEZIONE INTERROTTA

L’ispezione dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria presso lo stabilimento di Taranto di Acciaierie d’Italia si è interrotta. Lo fanno sapere fonti interne spiegando che «non sono state date informazioni circa l’attuale produzione» e ai commissari sarebbe stato detto, spiegano le stesse fonti, «che la fornitura di dati relativi alle quantità di materie prime presenti in magazzino è esclusiva competenza del Cda».

Momenti di tensione all’uscita dallo stabilimento ex Ilva di Taranto della delegazione della struttura commissariale di Ilva in As che ha avviato l’ispezione in fabbrica dopo le denunce dei sindacati in merito al progressivo spegnimento degli impianti. Alcuni imprenditori dell’indotto che stavano tenendo un sit-in davanti alla direzione hanno seguito i commissari Lupo e Ardito fino all’area del parcheggio. Uno di loro, Vladimiro Pulpo, ha alzato due bidoni vuoti ricorrendo i commissari. «Ma che correttezza è? Noi - ha urlato - siamo uomini, abbiamo mantenuto in piedi il vostro stabilimento, noi con i nostri figli, i nostri operai, i nostri autotrasportatori.. I soldi li abbiamo messi noi, non ci potete trattare in questo modo, non potete andare via e lasciarci così, è una vergogna».
L’imprenditore è stato poi bloccato da altri colleghi presenti, scoppiando in un pianto liberatorio. «Ho dedicato 40 anni a quest’azienda - ha detto ancora Pulpo - e questo il ringraziamento. Ma che stato di diritto è?». L’auto con a bordo i commissari, che non hanno rilasciato dichiarazioni, è poi andata via seguita da mezzi delle forze dell’ordine.

USB: ATTEGGIAMENTO SPREZZANTE

«Ci spiace dire che ce lo aspettavamo, ma la visita ispettiva dei commissari prevista per questa mattina, è stata interrotta per la mancata collaborazione di Acciaierie d’Italia. Poteva essere una utile occasione per consentire ai commissari di vedere con i propri occhi quello che è il pessimo stato degli impianti. Prosegue quindi l'atteggiamento sprezzante assunto dalla gestione Morselli dall’inizio di questa vicenda anche rispetto al dramma che migliaia di lavoratori stanno vivendo». Lo affermano Francesco Rizzo e Sasha Colautti dell’Esecutivo Confederale Usb in merito all’interruzione dell’ispezione dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria nello stabilimento di Taranto in quanto, secondo riferito da alcune fonti, «non sono state date informazioni circa l’attuale produzione».

«Va detto intanto - aggiungono Rizzo e Colautti - che quello che il governo ha fatto non basta, bisogna apportare al decreto le modifiche che abbiamo segnalato, e soprattutto voltare pagina, mettendo in sicurezza tutti i lavoratori, a partire da quelli dell’appalto, ponendo subito un argine al rischio di eccessivo ricorso alla cassa integrazione, che è già un sintomo di sofferenza delle aziende, e aprendo un confronto serio con le aziende sui temi contrattuali, che - concludono - al momento lasciano i dipendenti delle imprese in una condizione lavorativa di estrema precarietà».

DITTE INDOTTO: NO A SECONDO BIDONE DI STATO

«Siamo qui a manifestare ancora una volta per invocare tutele sui crediti vantati dalle nostre imprese. Qui ci sono solo imprenditori dell’indotto. Abbiamo portato dei bidoni vuoti per far capire che Taranto potrebbe diventare la città dei due bidoni di Stato: uno nel 2015 e l'altro che si va materializzando nel 2024. Noi ci opponiamo fermamente e per questo abbiamo bloccato le nostre attività ormai da giorni. Voglio essere però fiducioso, penso che il governo si stia impegnando per far sì che questo non avvenga».

Lo dice Fabio Greco, presidente di Aigi, associazione nata da una scissione in Confindustria Taranto a cui aderisce l’80% delle imprese dell’indotto ex Ilva (per circa 4mila lavoratori), presente questa mattina al st-in attuato da alcune decine di imprenditori davanti alla direzione dello stabilimento in occasione dell’avvio dell’ispezione agli impianti da parte dei commissari di Ilva in As.

«Le misure del governo - aggiunge Greco - ancora non soddisfano, ma stiamo interloquendo per apportare le giuste modifiche. Noi non abbiamo bisogno di prestiti. Abbiamo detto più volte che è necessaria la cessione in pro-soluto dei nostri crediti che abbiamo maturato facendo i lavori che sono stati poi fatturati. Mi sembra assurdo andare a chiedere un prestito e creare un debito sul nostro credito».

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