L'inchiesta

Corruzione in cimitero Taranto, nelle carte i favori al consigliere e ai sacerdoti

Francesco Casula

Anche un poliziotto pagò «il caffè», ma gli furono restituiti i soldi. Un consigliere al telefono con Cristello parla di un amico fraterno, che «già sa che vi deve pagare il ragazzo»

TARANTO - Tutti osannavano Giuseppe Cristello, il capo del gruppo di necrofori che secondo l’inchiesta «Golden System» comandava il cimitero San Brunone di Taranto. I vertici della Kratos, i dipendenti comunali, le onoranze funebri, e persino alcuni sacerdoti e consiglieri comunali.

Spulciando le carte dell’inchiesta che la scorsa settimana ha portato in carcere Cristello e ai domiciliari altri cinque addetti ai servizi cimiteriali, emerge infatti che il 55enne che capeggiava il gruppo formato dal 55enne Antonio Sansone, dal 60enne Cataldo Forte difeso dall’avvocato Patrizia Boccuni, dal 58enne Giuseppe Ligorio e dal 50enne Valter Pernisco, era «temuto ed ossequiato – si legge negli atti d’indagine - da tutti coloro cui egli si relaziona». Tra questi ci sono Barbara Galeone e Tiziano Scialpi, rispettivamente funzionaria e dipendente della Direzione Ambiente del Comune, e poi Franco Alfeo e Filomena Clarisa Francisco che guidavano la cooperativa Kratos che nel 2021 si aggiudicò l’appalto da 7 milioni per i servizi cimiteriali, ma non solo: negli atti si parla anche di un consigliere comunale e di sacerdoti...

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