TARANTO - Si è conclusa con un nulla di fatto l’assemblea di Acciaierie d’Italia prevista per il pomeriggio in cui si sarebbe dovuto discutere della ricapitalizzazione per salvare l’ex Ilva di Taranto. Sul tavolo il braccio di ferro tra il socio privato Arcelor Mittal e il socio pubblico Invitalia per trovare le risorse che garantiscano intanto la gestione corrente.
Il nuovo incontro è stato posticipato ancora una volta al 22 dicembre per decidere il futuro di 20mila famiglie. Il governo intanto è in trattativa per convincere Arcelor Mittal a restare, ma le parti sono ancora lontane da una decisione.
«Le notizie che trapelano dall’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia, in merito all’ennesimo rinvio, sono inaccettabili. E’ chiaro ormai l'intento di Arcelor Mittal di minare l’ex Ilva non dando avvio alla ricapitalizzazione ed impedendo gli investimenti necessari per garantire il presente ed il futuro del gruppo siderurgico». Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil.
Il governo italiano, prosegue, «difenda la dignità del Paese, dignità che i lavoratori difendono scioperando per salvare gli impianti, evitando lo spegnimento di Afo2, e per garantire la transizione ecologica della produzione di acciaio. Il governo non si faccia più tenere in ostaggio da Arcelor Mittal e nelle prossime ore intervenga per prendere il controllo e la gestione dell’azienda».
«Si è appena conclusa con l’ennesimo nulla di fatto l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia. Oggi doveva essere la giornata della liberazione invece continua ad essere una vicenda tragica che rasenta l’inverosimile. Come è possibile che il Governo continui a tenere in piedi un’assemblea che ormai è sotto ricatto da parte di un socio di maggioranza da mesi e che continua a fermare gli impianti e si permette di presentare il conto, anziché prendere atto della sua gestione fallimentare?». Lo dichiara in una nota Rocco Palombella, segretario generale Uilm.
«L'abbiamo capito da tempo che l’obiettivo è fermare gli stabilimenti e richiedere il risarcimento danni, dopo che sono stati artefici di una gestione che ha provocato solo fermate di impianti, cassa integrazione per migliaia di lavoratori e bruciato oltre un miliardo di risorse pubbliche. Riteniamo inaccettabile - continua - concedere ulteriore tempo a chi continua a tenere sotto scacco gli stabilimenti, bloccando la produzione e sbeffeggiando i lavoratori e le organizzazioni sindacali, anche con comunicati farneticanti. Dal governo ci aspettiamo scelte radicali e definitive, si è perso già troppo tempo. Ci aspettiamo una convocazione urgente da parte di Palazzo Chigi, altrimenti ci autoconvocheremo. La situazione sta per esplodere ma si continua a non prendere le necessarie decisioni».