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Taranto: bancarotta, truffa ed evasione, la Gdf sequestra 750mila euro

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Taranto: bancarotta, truffa ed evasione, la Gdf sequestra 750mila euro

Nei guai un imprenditore 52enne: bilanci falsati per incassare fondi statalisigilli ai beni di un’impresa

Venerdì 22 Settembre 2023, 13:50

TARANTO - Bancarotta fraudolenta, truffa, percezione indebita di erogazioni pubbliche ed evasione fiscale. Sono le accuse mosse dal pubblico ministero Francesco Ciardo nei confronti dell’imprenditore 52enne di Martina Franca Gaetano Tagliente finito nelle indagini della Guardia di finanza della Valle d’Itria. Nei giorni scorsi i finanzieri hanno infatti notificato all’indagato, difeso dall’avvocato Mimmo Lardiello, non solo un decreto di sequestro da oltre 700mila euro, ma anche un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Giovanni Caroli che gli vieta per 12 mesi di esercitare anche per interposta persona, imprese o uffici direttivi in alcune società a lui in passato riconducibili e in quelle che potrebbero essere costituite in futuro per collaborare con le stesse imprese.

Il pm Ciardo ha contestato che il 52enne come amministratore unico della società «Euro Fashion» fallita nel 2021, avrebbe presentato bilanci e documentazione contabile in cui aveva effettuato le capitalizzazioni indebite e le iscrizioni di crediti inesistenti per mascherare il dissesto e lo stato d'insolvenza in cui versava la società e falsificando i conti avrebbe ottenuto da un istituto bancario un mutuo da 375mila euro dal «Mediocredito Centrale», una società a totale partecipazione pubblica che gestiva l'ammissione al «Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese».

All’uomo, inoltre, è contestato come detto anche il reato di truffa per aver riportato falsamente tra i ricavi del 2019 anche quelli «fittizi per crediti inesistenti pari ad 623mila euro e nello stornare – scrive il pm Ciardo – crediti fittizi per 285mila euro relativi al 2018» in modo da far risultare un incremento netto dei ricavi di ben 338mila euro. Queste operazioni insieme ad altre avrebbero consentito di simulare «una consistente riduzione del fatturato» in modo che l'Agenzia delle Entrate elargisse, secondo l’accusa, il contributo a fondo perduto di 55mila euro.

Il giudice Caroli nel suo provvedimento ha spiegato la misura del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale è legata al fatto che «allo stato, attraverso i familiari/prestanome, l'indagato svolge in fatto la direzione delle persone giuridiche Fashion Group e Fedra s.r.l.» ed «elude le conseguenze indirette del fallimento della società Euro Fashion sulla sua persona»: in sostanza potrebbe nuovamente nel prossimo futuro commettere le accuse di cui è accusato oggi. «L'eventuale ulteriore ingerenza del Tagliente nella gestione delle società – ha chiarito il magistrato - varrebbe quindi ad integrare la trasgressione della misura». Sotto chiave infine sono finiti beni per 757mila euro, cifra calcolata sommando i diversi contributi ottenuto indebitamente nel corso degli anni. L’uomo ieri mattina è comparso dinanzi al gip per l’interrogatorio di garanzia, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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