TARANTO - C’è anche il nome dell’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane, nelle carte dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto di quattro persone con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all’usura e all’estorsione. L’esponente della giunta Emiliano non risulta tra gli indagati, ma tra le dichiarazioni raccolte dai finanzieri di Taranto compaiono anche quelle dei due uomini che hanno svelato agli inquirenti, guidati dal maggiore Mauro Nuzzo e coordinati dal pm Milto De Nozza della Direzione distrettuale Antimafia di Lecce, che Lopane sarebbe particolarmente vicino al boss Mimmo Sangiorgio, l’uomo conosciuto come «u re» di Laterza.
Uno dei due (ritenuto vittima di minacce aggravate dal metodo mafioso), responsabile di una delle liste in corsa alle elezioni comunali di Laterza del 2020, ha riferito che due giorni dopo la presentazione delle liste elettorali, nel mese di agosto, sarebbe stato avvicinato da Sangiorgio e minacciato con il dito puntato: «Fosse per me ti dovresti fare quaranta giorni di ospedale perché tu parli troppo». Agli investigatori ha poi aggiunto che Sangiorgio effettuava «una frenetica e pressante campagna elettorale a favore del sindaco Franco Frigiola e del consigliere regionale Gianfranco Lopane». Un impegno legato, secondo quanto dichiarato dal testimone «all’accordo esistente tra Sangiorgio e un costruttore di Laterza nella cui azienda il boss sistemava persone a lui vicine».
Il secondo testimone, Gaetano D’Ettorre, un imprenditore di Castellaneta, ha invece raccontato ai finanzieri di aver scritto numerose mail e pec per entrare nell’albo di fornitori del Comune di Laterza e poiché non ha mai ricevuto risposte, aveva iniziato una campagna social contro Lopane fino a quando l’attuale assessore regionale lo avrebbe affrontato dicendo «Se continui così non ti faccio entrare più neanche a Laterza».
Nelle carte dell’inchiesta i finanzieri scrivono inoltre che Lopane, ex sindaco di Laterza, avrebbe anche aggiunto - rivolgendosi all’imprenditore - «che si sarebbe rivolto a qualcuno più importante del sindaco, ovvero “Al Re”, facendo chiaramente intendere che sarebbe intervenuto Sangiorgio Cosimo».
Lopane smentisce però la ricostruzione contenuta nelle carte. «Guai - dice - se un sindaco dovesse decidere sull’iscrizione di imprese all’albo dei fornitori: le procedure sono ben codificate e sono libere e lo dimostra il numero di imprese che quando ero sindaco sono state iscritte in quell’albo. La circostanza è assolutamente falsa, e rispetto agli episodi di diffamazione social ho presentato una denuncia querela a suo tempo. Sono fatti che un sindaco affronta con gli strumenti con gli strumenti che la legge mette a disposizione e non altro».