regolamento di conti
Taranto, agguato in via Orsini: l’ipotesi «vendetta»
Ferito il padre del 19enne che sparò a giugno
TARANTO - Potrebbe essere una vendetta quella avvenuta domenica sera al quartiere Tamburi, dove intorno alle 21 in via Orsini un uomo è stato ferito e condotto all'ospedale Ss. Annunziata: la vittima è stata raggiunta da un colpo di pistola, durante l'agguato avvenuto all’incrocio tra le vie Orsini e Buonarroti. La vittima, però, non è un nome qualunque: si tratta infatti di Cosimo Adamo, padre del 19enne Francesco Pio Adamo arrestato con l'accusa di essere l'autore del tentato omicidio avvenuto in via Masaccio il 16 giugno scorso nel quale rimase ferito il 37enne Massimo De Bartolomeo.
Anche Cosimo Adamo, 49enne, forse per ironia della sorte o forse no, è stato colpito al gluteo proprio come De Bartolomeo quella sera. L’uomo è stato fortunatamente ferito in modo lieve: già nella serata di domenica è stato dimesso dall’ospedale dopo le medicazioni e ora il lavoro dei militari si concentra sugli elementi a disposizione per individuare colui che ha aperto il fuoco e sulle ragioni che hanno portato quell'epilogo. A valorizzare l'ipotesi di un regolamento di conti è quanto emerso nei mesi scorsi nel corso dell'inchiesta che ha portato in carcere il 19enne. Quella sera del 16 giugno, quando secondo le indagini dei carabinieri, Adamo avrebbe esploso dei colpi di pistola all'indirizzo di De Bartolomeo: questi aveva provato a sedare una rissa rivolgendosi proprio al 19enne, ma il giovane di tutta risposta non solo aveva ignorato il consiglio, ma pochi minuti dopo lo ha chiamato e ha aperto il fuoco costringendolo alla fuga. Sei i colpi esplosi, anche mentre il 37enne provava a scappare, e di questi due colpi lo hanno raggiunto alla gamba e uno, come detto, al gluteo.
De Bartolomeo agli investigatori non ha mai fornito elementi sull'autore del ferimento, ma ignaro di essere intercettato dai militari ha dato il via a indagini private che hanno permesso ai carabinieri, guidati dal tenente colonnello Francesco Marziello e coordinati dal pubblico ministero Salvatore Colella, di ricostruire la dinamica, il movente e soprattutto l'autore. Non solo. Mentre era ancora ricoverato in ospedale il 37enne urlava «Quello ora deve morire, quello ora deve essere ucciso lui e il padre. La settimana prossima sto fuori e quelli devono sloggiare dai Tamburi». Una rabbia scaturita dal fatto che il giovane Adamo aveva sparato con l’obiettivo di ucciderlo: «Mi è andata bene - ha infatti svelato la vittima a un amico - che se non si trovava uno che gli ha alzato il braccio quello mi uccide veramente».
Proprio venerdi scorso il 19enne Francesco Pio Adamo aveva ottenuto la scarcerazione dal Tribunale del Riesame, ma prima ancora che uscisse dal penitenziario è stato nuovamente arrestato con una nuova ordinanza. E ieri mattina, accompagnato dai suoi difensori, il giovane è comparso dinanzi al giudice Benedetto Ruberto che ha firmato il nuovo ordine di arresto dopo la richiesta lampo del pm Colella: il giovane, ha scelto di non rispondere alle domande del magistrato.
Il giudice inoltre ha motivato la custodia in carcere spiegando che esiste un pericolo «attuale e concreto» che Francesco Adamo possa inquinare le prove per il «contesto criminale in cui i fatti si sono sviluppati e l'omertà che ha da sempre contraddistinto queste indagini» al punto che la stessa vittima «non ha riconosciuto il suo sparatore, persona che invece conosce e nei confronti della quale nutre propositi di vendetta».