Il caso
Droga ed estorsione, 12 arresti nel Tarantino, lo spaccio nei locali della movida
Anche due minori nell’inchiesta dei carabinieri di Castellaneta
CASTELLANETA - Ci sono anche due minorenni tra le 12 persone coinvolte nell’inchiesta antidroga dei carabinieri di Castellaneta che ha smantellato due gruppi che gestivano lo spaccio di stupefacenti nel comune del versante occidentale della provincia di Taranto e in zone limitrofe del territorio.
Sono otto gli indagati finiti in carcere e tra questi Ivan Villani 36enne di Castellaneta che secondo quanto scrive il gip Fulvia Misserini nella sua ordinanza, «ha organizzato, in posizione di tendenziale esclusiva sul territorio, una fitta attività di cessione di sostanze stupefacenti, sia hashish che cocaina»: un ruolo di assoluto predominio secondo gli investigatori coordinati dal pubblico ministero Vittoria Petronella, al punto che alcuni indagati si riferiscono a lui come «il direttore». In posizione contrapposta rispetto a Villani, gli inquirenti hanno individuato la figura di Michelangelo Laera, 31enne di Castellaneta anch’egli finito in cella. Tra i due sono stati infatti registrati contatti sulla gestione dei confini nell’attività di spaccio sul territorio e interventi per risolvere tensioni e scontri tra i due gruppi. Come l’aggressione ai danni di un minorenne, sorpreso a spacciare nel territorio del gruppo avversario: fu Laera, secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma a vendicare il gesto recandosi a Palagianello e addirittura legando mani e piedi l’indagato Antonio Caragnano, ritenuto autore dello sgarro, e trascinandolo per metri sull'asfalto «con evidenti finalità punitive – scrive il gip Misserini – ma anche dimostrative». In carcere, inoltre, sono finiti lo stesso Antonio Caragnano e poi il 35enne tarantino Manuel Boccuni, il 22enne Marco Caprignano, la 38enne Vitania Guarino, il 21enne di Castellaneta Emanuele Alfredo Margiotta e infine il 19enne Luigi Nicola Rossi. Agli arresti domiciliari, invece sono stati costretti il 23enne Simone Cassano di Castellaneta e il 20enne di Palagianello Giorgio Pio D’Aniello.
Nelle 150 pagine che compongono l’ordinanza si legge il racconto fatto proprio da uno degli indagati alla Guarino: «due tipi di Palagianello, che hanno alzato le mani (omissis): gliel'ho detto ad altri due cristiani di Palaginnello, stamattina mi sono venuti a prendere alle cinque e mezza e siamo andati sul posto e gli abbiamo fatto passare un bel… un quarto d’ora è stato pure poco: Vità – aggiunge – gli hanno legato... gli hanno legato le gambe e gli hanno fatto fare venti metri strisciando strisciando».
L’indagine è stata sinergicamente diretta dai pubblici ministeri Vittoria Petronella della procura ordinaria e Daniela Putignano della procura per i minorenni che hanno chiesto e ottenuto le misure cautelari dai giudici Fulvia Misserini del tribunale ordinario e dal gip Paola Morelli del tribunale dei minorenni.
Da quanto scoperto dai carabinieri, gli indagati, rifornendosi dalle piazze di Taranto e Bari, avevano creato una redditizia rete di spaccio di cocaina e hashish, nella zona di Castellaneta, anche grazie alla presenza di locali notturni, che ogni anno, soprattutto di estate, richiamano tantissimi ragazzi provenienti da tutta la Puglia. Lo spaccio avveniva in strada, grazie alla presenza di giovani pusher, ed anche in un appartamento. Gli acquirenti, tramite social, concordavano quantità e prezzo, per poi ritirare lo stupefacente, che si trovava ben nascosto sotto uno zerbino, avendo prima lasciato, lì, il denaro.
Durante le indagini, complessivamente, i militari hanno arrestato in flagranza di reato 3 persone, denunciato a piede libero altre 5 persone e sequestrato due pistole clandestine, complete di caricatori e munizioni, perfettamente funzionanti e circa 500 grammi di cocaina, 300 grammi di hashish e 50 grammi di marijuana oltre a 11mila euro in contanti, ritenuti provento dell’attività illecita. Nelle prossime ore gli indagati dovranno comparire dinanzi ai giudici per gli interrogatori di garanzia: in quella occasione dovranno decidere se rispondere alle domande dei magistrati oppure avvalersi della facoltà di non rispondere in accordo con i gli avvocati difensori tra i quali Gaetano Vitale, Claudio Petrone, Salvatore Maggio, Cristiano Rizzi, Maria Terrusi, Pietro Putignano Francesco Paolo Garzone.