La vicenda

Taranto, falsi permessi di soggiorno: sono 41 i nuovi indagati

Francesco Casula

La procura contesta anche la truffa ai danni dell’Inps: reclutavano falsi braccianti per incassare contributi Inps e ottenere permessi di soggiorno

TARANTO - Assunzioni fittizie in cambio di denaro. Reclutavano falsi braccianti per incassare contributi Inps e ottenere permessi di soggiorno. È l’accusa contenuta nell’ultima inchiesta ella procura di Taranto che vede iscritti nel registro degli indagati ben 41 persone tra italiani e stranieri. Di questi in cinque rispondono anche del reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sotto la lente dei finanzieri coordinati dal pubblico ministero Maria Grazia Anastasia è finita la società «Agricoltura e progresso sas» formalmente rappresentata dal 49enne originario del Mali, Idris Diarra, ma di fatto gestita dal 77enne di Lizzano Gaetano Benedetto. In particolare, secondo l’accusa, Benedetto reclutava braccianti interessati a farsi assumere fittiziamente alle dipendenze dell’azienda agricola, per poi riscuotere dagli stessi somme di denaro, con un importo che variava a seconda del numero di giornate di lavoro denunciate all'Inps, e destinate a remunerare l'associazione per le prestazioni rese. A due donne, invece, è mossa l’accusa di aver predisposto tutti i documenti relativi ai fasulli rapporti di lavoro: una delle due avrebbe provveduto a inoltrarli telematicamente all'ente previdenziale.

In sostanza Benedetto, ritenuto il capo dell'organizzazione, effettuava le false assunzioni nell'azienda agricola, nonostante per l’accusa fosse risultata in parte «inoperativa» in campo agricolo: il 77enne si occupava di sottoscrivere, con la collaborazione di Diarra, le pratiche relative ai rapporti di lavoro, teneva i contatti con i falsi lavoratori e assicurava a questi ultimi la compilazione e la consegna diretta della documentazione necessaria per ottenere i contributi Inps: un sistema che tra il 2018 e il 2018 avrebbe causato alle casse dell’istituto un danno di circa 90mila euro. Non solo.

Nei confronti dei cinque membri della presunta associazione a delinquere, il pm Anastasia contesta anche i delitti di falso e favoreggiamento aggravato di clandestini nel territorio nazionale: in sostanza attraverso i contratti fittizi di assunzione alle dipendenze della «Agricoltura e Progresso sas» diversi cittadini extracomunitari riuscivano a ottenere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno oppure la protezione internazionale. In particolare, gli investigatori, hanno individuato quattro indagati che reclutavano i cittadini stranieri interessati a farsi assumere fittiziamente e ottenere la documentazione lavorativa per i permessi e in cambio riscuotevano denaro.

Nelle scorse settimane il pm Anastasia ha notificato alle persone coinvolte l’avviso di conclusione delle indagini preliminari: gli indagati e i loro difensori, hanno a disposizione 20 giorni di tempo dal momento della notifica per chiedere di essere interrogati o presentare memorie fornendo la propria versione dei fatti. Poi toccherà alla procura decidere se archiviare le accuse nei loro conforoti oppure chiedere il rinvio a giudizio.

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