Cronaca giudiziaria

Taranto: figli trascurati e maltrattati, due condanne a quattro anni

Redazione Taranto

Nei guai la mamma e il nuovo compagno accusati di abbandono di minore, sequestro di persona e lesioni nei confronti dei quattro figli della donna, all'epoca minorenni

TARANTO - Sono stati condannati a 4 anni di carcere una 47enne della provincia di Taranto e il suo nuovo compagno accusati di abbandono di minore, sequestro di persona, maltrattamenti e lesioni nei confronti dei quattro figli della donna, due dei quali all’epoca erano ancora minorenni. La sentenza è stata emessa dal gup Benedetto Ruberto con il rito abbreviato che consente, in caso di riconoscimento della colpevolezza, lo sconto di un terzo della pena.

Le contestazioni partono dal giugno del 2021 quando la donna - difesa dall’avv. Domenico Bavaro - si trasferì a casa del nuovo compagno: da quel momento la 47enne «si sottraeva – scrive il pubblico ministero Marzia Castiglia nell'atto di accusa - ai suoi doveri di cura e accudimento dei figli». Le indagini svolte dai carabinieri avrebbero fatto emergere che la donna avrebbe trascurato «i loro bisogni morali e materiali, lasciandoli soli presso la casa familiare, sprovvisti di qualsiasi assistenza e controllo». Quando i militari hanno ascoltato la versione dei figli sono emersi anche episodi di violenza. A uno di loro, ad esempio, dopo una lite verbale, la donna avrebbe rivolto minacce: impugnando un grosso coltello da cucina e alzando il braccio come se volesse colpirlo, lo avrebbe costretto a fuggire dall'abitazione.

A una delle figlie, all'epoca ancora minorenne, però è capitata una situazione di gran lunga peggiore. Secondo quanto svelato dalla ragazzina, quando si è trasferita a casa del nuovo compagno della madre, i due avrebbero adottato «condotte – scrive il pm Castiglia – reiterate nel tempo di violenza fisica e morale»: in sostanza la figlioletta era costretta a rimanere nella sua camera da letto e a non uscire senza il consenso dei due quando facevano uso di sostanze stupefacenti oppure quando ospitavano in casa una donna «nuda o in abiti succinti». E poi insulti e botte. La ragazzina ha raccontato che in una occasione, quando ha manifestato il bisogno di uscire di casa, la madre l'ha presa a schiaffi e spintoni e poi l'ha afferrata per la gola soffocandola. Il compagno, invece, le ha tirato i capelli e l'ha lanciata sul pavimento per poi chiudere a chiave la porta di casa, motivo per il quale la procura ha contestato anche il reato di sequestro di persona. A salvarla è stata una delle sorelle che l'ha aiutata a trovare rifugio dai nonni.

Il pm Castiglia, nel corso delle indagini preliminari, ha chiesto e ottenuto che le dichiarazioni dei figli venissero acquisite con la formula dell'incidente probatorio. 

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