Il polo siderurgico tarantino
«Ex Ilva, va chiusa l’area a caldo»: ambientalisti a confronto con il sindaco
Durante l'incontro si è parlato dell’accordo di programma e delle opportunità dei fondi europei
TARANTO - «Il sindaco ci ha confermato l’intenzione di voler arrivare alla chiusura dell’area a caldo del siderurgico attraverso lo strumento amministrativo dell’accordo di programma. Con lui abbiamo condiviso l’impostazione finalizzata a cogliere le opportunità offerte dai fondi europei, primo fra tutti il Just Transition Fund, per operare su Taranto investimenti alternativi e ricollocare i lavoratori in esubero». Lo sottolinea il coordinamento delle associazioni ambientaliste una cui delegazione l’altro ieri, sul tema Acciaierie d’Italia, è stata ricevuta dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci.
«Su nostra specifica richiesta, così come abbiamo fatto giorni fa con il presidente Emiliano, siamo stati ricevuti dal sindaco Melucci a Palazzo di Città per provare a fare quadrato sui programmi che le istituzioni hanno in serbo sulla gravosa questione Ilva», affermano le asociazioni. «Abbiamo ribadito la nostra soluzione (ormai arcinota) al problema Ilva, che parte, esattamente come fatto nella Ruhr, dalla chiusura e dalla riconversione del territorio con il reimpiego dei lavoratori, ma ci rendiamo conto che l'obiettivo immediato è impedire da subito la prosecuzione dell’area a caldo».
Per gli ambientalisti, «il nodo resta la volontà politica del Governo che, attraverso il ministro Urso, pretende addirittura di implementare l'area a caldo pur di raggiungere il punto di profittabilità economica della fabbrica. Questo significherebbe realizzare due forni elettrici in aggiunta agli altiforni, e non in loro sostituzione, più il rifacimento dell’altoforno 5. Una condizione per noi inaccettabile che andrebbe a impedire definitivamente la chiusura dell’area a caldo». «Nel nostro piccolo - afferma l’associazione Giustizia per Taranto - continueremo a fare la nostra parte. L’interlocuzione istituzionale proseguirà nelle prossime settimane sulla base di questo indirizzo, continuando a operare, come sempre, anche nelle strade e nelle aule di tribunale».
Nei giorni precedenti il coordinamento aveva incontrato a Bari il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, con la responsabile dell'avvocatura regionale Rossana Lanza e con il responsabile della comunicazione istituzionale Rocco De Franchi. ribadendo il «no all'area a caldo dell'ex Ilva, condiviso dalla Regione, da declinare tanto in sede di Aia, che di Accordo di programma». Il Coordinamento ha chiesto al governatore Emiliano «che non vi sia il rinnovo dell'autorizzazione a produrre dell'area a caldo per l'impatto sanitario inaccettabile, ricevendo dalla Regione un consenso su tale impostazione».
Intanto, l’associazione Genitori Tarantini precisa di non far più parte del Coordinamento «per il rispetto del nostro statuto e per la nostra storia. Abbiamo ritenuto opportuno uscire dal coordinamento per una semplice ragione: la presenza di elementi e gruppi politici, in particolare legati all’attuale sindaco».