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Taranto, Sasso, segretario Uil Trasporti: «Non firmo accordi sui 67 esuberi all’Amiu»

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

Taranto, Sasso, segretario Uil Trasporti: «Non firmo accordi sui 67 esuberi all’Amiu»

L'intervista a Carmelo Sasso, dopo che il presidente dell’Amiu ha confermato di aver attivato le procedure per 67 esuberi tra i lavoratori a tempo indeterminato

Sabato 18 Marzo 2023, 15:25

15:32

TARANTO - Il segretario Uil Trasporti risponde a riguardo di Kyma Ambiente.

Segretario Carmelo Sasso, proprio sulla Gazzetta, il presidente dell’Amiu ha confermato di aver attivato le procedure per 67 esuberi tra i lavoratori a tempo indeterminato. Che ne pensa?

«Lo facesse».

In che senso?

«Se l’azienda, se Kyma Ambiente (come vede non personalizzo le questioni aperte sui tavoli sindacali) vuole davvero licenziare dei lavoratori vincitori di concorso, che sono dipendenti dell’Amiu da quasi trent’anni e che, in molti casi, hanno delle prescrizioni mediche o fanno parte delle cosiddette categorie protette, proceda pure. Saranno poi i lavoratori ad opporsi eventualmente così come la legge consente loro di fare».

E il sindacato?

«E cosa dovrebbe fare il sindacato? Per quel che mi riguarda, per quel che concerne la Uil Trasporti, non firmo alcun accordo sui 67 esuberi a meno che...».

A meno che?

«Non venga riconosciuto un esodo incentivato concordando con ogni singolo lavoratore le somme da versare«.

L’attuale situazione finanziaria dell’azienda che soffre, per ammissione dello stesso presidente Mancarelli, dal punto di vista della liquidità, però, non rende molto percorribile la strada che porta ad un esodo incentivato. Che ne pensa?

«Lo chieda a Mancarelli... Ripeto, non firmo senza la definizione di una transazione economica che consenta al lavoratore di lasciare l’azienda in serenità».

Kyma Ambiente evidenzia, dal suo punto di vista, che questi 67 lavoratori considerati in esubero pesano sul bilancio societario per 2,5 milioni di euro all’anno. E la coperta è corta...

«E, quindi, fatemi capire, i lavoratori dovrebbero essere sacrificati?».

Per l’azienda sono impiegati in attività non più essenziali e non coperte dal contratto di servizio. Conferma?

«E chi li ha messi in quei settori? Non è stata la stessa società? Mah, il problema è un altro».

Quale?

«I costi aziendali si possono ridurre in un altro modo. Non licenziando».

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