Il futuro del siderurgico
Ex Ilva, dotazione finanziaria di 680 milioni di euro dal ministero dell'Economia e delle Finanze a Invitalia
Per un veloce trasferimento ad Acciaierie Italia. Si è concluso intanto l'incontro a Roma tra sindacati e rappresentanti di Acciaierie d'Italia. Venturi (Fiom Cgil): «Ripresa delle relazioni dirette tra azienda e sindacati»
ROMA- Il Mef ha predisposto l’erogazione della dotazione finanziaria pari a 680 milioni di euro per Invitalia «affinché possa trasferire senza indugi la somma ad Acciaierie d’Italia». Lo comunica il ministero.
Incontro concluso tra sindacati e rappresentazioni Acciaierie d'Italia
Si è da poco concluso a Roma, presso la sede di Confindustria, l’incontro tra Acciaierie D’Italia e Fim, Fiom, Uilm nazionali e territoriali. Un incontro programmato dopo il vertice ministeriale della scorsa settimana. "L'incontro odierno - commentano Roberto Benaglia segretario generale Fim Cisl e Valerio D’Alò segretario nazionale Fim Cisl in una nota - è stato utile perché ha permesso di riprendere dopo mesi, le relazioni dirette con l’azienda e con esse, l'esame della situazione produttiva, degli investimenti e gestionale del Gruppo dopo gli incontri fatti con il governo».
«L'azienda - proseguono i sindacalisti -ci ha riferito di aver programmato per il 2023 un aumento della produzione il 15% - un dato per insufficiente - e su cui abbiamo chiesto all’azienda di fare degli sforzi aggiuntivi. L’azienda ha anche dichiarato di voler utilizzare i 680 milioni che il governo metterà a disposizione nelle prossime giornate, per sostenere gli investimenti industriali e la sua capacità produttiva. Da questo punto di vista, per noi è positivo che l’azienda abbia annunciato a tal proposito ulteriori investimenti aggiuntivi sia per le linee produttive, che per la produzione ma soprattutto, la volontà di far partire a fine 2023 il rifacimento di AFO5 che insieme al forno elettrico costituiscono la base necessaria per la ripresa produttiva e il futuro di Acciaierie D’Italia».
«Abbiamo chiesto come Fim che non ci si sieda solo sui dati odierni e che si marchi una discontinuità rispetto al passato sia in termini di aumento dell’occupazione che della produzione. Un ulteriore momento di confronto diretto con l’azienda è fissato alla scadenza della cassa integrazione per marzo di quest’anno, in cui verrà ridiscusso l’ammortizzatore anche rispetto al futuro, in cui ci aspettiamo un cambio di passo sulle relazioni industriali. Positivo il fatto dal punto di vista del metodo, anche politico - dicono i due sindacalisti - Il fatto che l’azienda abbia concordato di poter tenere degli incontri sindacali in ogni sito del Gruppo per approfondire le priorità in termini di investimenti, produzione, manutenzioni e caratteristiche delle degli interventi che l’azienda deve fare è importante».
Venturi (Fiom - Cgil nazionale): «Ripresa produttiva, rientro dei lavoratori da cassa integrazione»
«L'incontro di oggi in Confindustria a Roma con Acciaierie d’Italia ha consentito la ripresa delle relazioni dirette tra azienda e organizzazioni sindacali anche in previsione del prossimo confronto con il Governo. L’azienda ha confermato la previsione di produrre a Taranto nel 2023 almeno 4 milioni di tonnellate di acciaio con l’obiettivo di arrivare a 5 nel 2024» .Lo afferma in una nota Gianni Venturi, responsabile siderurgia per la Fiom- Cgil nazionale ricordando che Acciaierie d’Italia «ha anche confermato che nel corso del 2023 gli investimenti riguarderanno anche gli stabilimenti di Genova con il potenziamento del ciclo della latta, quello di Novi Ligure con una innovazione di prodotto relativa al rivestimento in zinco-magnesio e quello di Racconigi per quanto riguarda in particolare l’automazione dei magazzini». Per Venturi «si tratta dell’avvio di un percorso che occorre consolidare con un confronto nei singoli stabilimenti per garantire la necessaria coerenza tra priorità negli investimenti, nei tempi delle risalite produttive e occupazionali, che al momento risultano insufficienti ed incerte» accanto all’'avvio di una «transizione tecnologica per la sostenibilità ambientale delle produzioni. Infatti, la dotazione finanziaria di 680 milioni di euro non può essere utilizzata solo per fronteggiare la situazione debitoria di Acciaierie d’Italia nei confronti di fornitori di materie prime e di energia, ma deve riferirsi agli investimenti di natura industriale utilizzando risorse aggiuntive che possono essere reperite nel mercato privato del credito e dalle disponibilità del Pnrr e del Jtf».
Palombella (Uilm): «Spero che i soldi non servano a pagare le bollette»
«Non vogliamo e non possiamo entrare nella gestione dei 750 milioni». Così il segretario generale della Uilm Rocco Palombella uscendo dall’incontro con Acciaieria d’Italia sulla situazione degli stabilimenti dell’ex Ilva. Nel corso dell’incontro l’amministrazione delegato Lucia Morselli ha infatti aperto a una condivisioni con i sindacati sulla gestione delle risorse in arrivo per la ripatrimonializzazione della società. «Speriamo che quei soldi non vengano usati solo per pagare le bollette - ha detto Palombella - ma che si trasformino in investimenti sugli impianti, sull'ambiente e sui lavoratori. Per migliorare la sicurezza degli impianti, consentire di rimettere sul mercato gli impianti a freddo e garantire il rientro dei lavoratori».
«Non mi dico soddisfatto di questo incontro, ma spero sia un inizio - ha detto Palombella - Abbiamo analizzato le difficoltà e i problemi drammatici che esistono all’interno degli stabilimenti - ha proseguito Palombella - Tenendo presente le priorità che sono quelle di salvare la siderurgia in Italia, la difesa dei posti di lavoro e avviare un processo di decarbonizzazione in una realtà così importante come quella di Taranto»
Le aspettative prima dell'incontro
«Spero che questo incontro con l'azienda non sia un altro incontro di puro intrattenimento». Così il segretario generale della Uilm Rocco Palombella prima di entrare nella sede di Confindustria dove i sindacati si incontreranno con i rappresentanti di Acciaierie d’Italia. «Se non si parlerà di come rilanciare gli stabilimenti dell’Ilva, questo incontro sarà come tutti quelli che abbiamo fatto con Acciaierie d’Italia solo intrattenimento.- ha detto Palombella - Noi vogliamo che il ministro Urso, Invitalia e il Parlamento si rendano conto che i lavoratori non sono più disponibili a perdere tempo. La situazione è drammatica ci aspettiamo oggi e al prossimo incontro, che si farà al ministero dello sviluppo economico, che da parte delle istituzioni e del Governo ci sia una presa di posizione per mettere fine a questa sceneggiata».
«Vogliamo sapere di quant'è attualmente l’esposizione finanziaria di Acciaierie d’Italia, - ha proseguito Palombella - perché se l’iniezione di 750 milioni di euro (650 messi dallo Stato e altri 100 milioni che devono essere messi da Arcelor Mittal) non serve a rilanciare l'azienda, ad acquistare le materie prime, ad acquistare i ricambi ad acquistare quanto serve per la funzionalità degli stabilimenti, il rischio è che questi soldi vengano usati esclusivamente per pagare il gas e l’elettricità. Infatti la somma delle due voci fanno, guarda caso, circa 650 milioni di euro». I sindacati, ha detto Palombella, dall’incontro si aspettano di conoscere il piano industriale, il contenuto degli accordi fra azienda e Governo,, come si elimina la cassa integrazione e come si rilancia lo stabilimento. Senza il rilancio - ha ribadito - questo incontro sarà solo intrattenimento».
Usb: noi unici non convocati
«Nonostante la nostra richiesta sia stata inoltrata per tempo, ben otto giorni fa, non abbiamo ricevuto nessuna risposta, e dunque non saremo presenti all’incontro previsto per oggi alle 14 presso la sede romana di Confindustria. Unica organizzazione sindacale assente, dal momento che invece sono stati convocati Fim, Fiom, Uilm e Ugl». E' quanto lamenta Francesco Rizzo dell’esecutivo confederale Usb in vista dell’incontro tra i vertici di Acciaierie d’Italia e i sindacati per fare il punto sul piano di investimenti. "Vale la pena ricordare - aggiunge Rizzo - che il nostro sindacato, tra dipendenti di Acciaierie d’Italia, lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria e appalto, conta circa 1.800 iscritti. Non convocare un’organizzazione con questi numeri, significa assumere un comportamento che calpesta letteralmente il diritto ad essere rappresentati, attraverso il proprio sindacato, dei lavoratori che appunto ripongono la loro fiducia nell’Unione sindacale di Base. Atteggiamento schizofrenico e repressivo. La parte pubblica, sebbene non maggioritaria, esiste. Batta dunque un colpo in difesa dei principi alla base della democrazia». Eppure, conclude l’esponente dell’Usb, «il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Urso ha di recente invitato a cercare di creare un rapporto con l’azienda; pur con le migliori intenzioni, direi che è difficile, quando si mostra totale chiusura come in questo caso, e strafottenza ancora una volta nei confronti dei lavoratori».