il report

Taranto, lotta alla mafia: ecco tutti i beni sottratti alla malavita

Francesco Casula

I numeri di «Confiscati bene» il sito gestito da «Libera» che monitora tutti i patrimoni sequestrati

TARANTO - Appartamenti, box, ville e terreni. Sono ben 82 i beni confiscati alla mafia nella città di Taranto secondo «Confiscati bene» il sito gestito da «Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie» che monitora tutti i patrimoni sequestrati ai mafiosi in tutta Italia e fornisce informazioni e strumenti ai cittadini per controllare costantemente lo stato in cui si trovano gli immobili. Nell’intera provincia ionica il numero di beni tolti alle organizzazioni criminali è di 205 unità: dopo il capoluogo, i comuni più colpiti dalle confische sono Ginosa, con 52 bene in gran parte terreni agricoli, e Manduria, dove invece sono stati affidati al comune messapico, sciolto alcuni anni fa per anni infiltrazioni mafiose, tra cui spiccano 14 appartamenti in condominio, 2 ville e 2 abitazioni indipendenti. Nell’elenco dei Comuni che hanno ricevuto sottratti alle mafie ci sono poi San Giorgio Ionico con 17 unità, Statte e Castellaneta con 4 e poi 2 beni a Laterza, Leporano, Martina Franca, Palagiano, Pulsano e Sava mentre una sola unità figura nei comuni di Fragagnano, Lizzano, Massafra e San Marzano di San Giuseppe.

Nel comune di Taranto, come detto, il numero di beni confiscati sale invece a 82. Nell’elenco figurano ben 52 appartamenti in condominio, 10 tra box, garage, autorimesse e posti auto, 5 abitazioni indipendenti, 3 ville, 2 terreni edificabili, un laboratorio per arti e mestieri, un terreno agricolo, e altri 8 beni di tipo differente. Di questo enorme patrimonio, stando a quanto riporta «Confiscati bene» sono 49 quelli affidati al Comune di Taranto, tra i quali l’appartamento di via Crispi che diventerà presto una casa protetta per donne e bambini vittime di violenza, mentre sono 31 quelli assegnati ad altri enti pubblici e un all’Arma dei Carabinieri.

Sulla destinazione di questi beni nelle scorse settimane è intervenuta anche il presidio di Libera Taranto che in una nota ha chiesto al Comune di Taranto di «avviare un percorso condiviso per l’approvazione di un regolamento cittadino sui beni confiscati. Occorre, però, verificare – ha precisato Libera – la legittimità dell’assegnazione dei beni avvenuta negli anni pregressi, dei quali, nonostante le nostre ripetute richieste, non si è saputo mai nulla. Inoltre, occorre pubblicizzare l’elenco dei beni, già confiscati, ma non ancora assegnati al fine di poter avviare un percorso partecipato e trasparente di assegnazione, in cui il territorio sia coinvolto, in tutti i procedimenti. I beni confiscati sono beni comuni. Il loro riutilizzo sociale – conclude la nota – è l’unico modo per trasformare queste ricchezze illegalmente accumulate dalla criminalità organizzata».

Privacy Policy Cookie Policy