Sabato 06 Settembre 2025 | 18:58

Beni confiscati, nel Barese altri sette immobili entrano nel patrimonio del Comune

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Beni confiscati, altri sette immobili entrano nel patrimonio del Comune

Manifestazione di interesse tra villini e terreni tra Palese e Ceglie. E Palazzo di Città affianca anche altri enti come Casamassima nella complessa procedura

Sabato 06 Aprile 2024, 12:30

BARI - Cinque villini e terreni a Santo Spirito, un altro immobile a Ceglie del Campo. E poi ancora un un altro suolo ancora sempre a Ceglie. Il patrimonio indisponibile del Comune potrebbe presto arricchirsi con altri 7 beni confiscati alla criminalità. La ripartizione patrimonio ha manifestato il proprio interesse ad acquisire immobili in carico all’Agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata. E ha dato la disponibilità ad aiutare il vicino Comune di Casamassima nelle procedure relative all’acquisizione e gestione di un immobile che rischierebbe, senza know-how, di rimanere inutilizzato.

Il patrimonio composto da 126 beni, presto potrebbero salire a 133. Di questi, il 40% circa è destinato alle cooperative del terzo settore che chiedono a Palazzo di Città di potere usufruire di immobili appartenuti ai clan e confiscati al termine di un lungo iter giudiziario e amministrativo. Qui vengono svolte attività di carattere sociale. Il restante 60% è invece destinato a tamponare l’emergenza abitativa. Una donna paraplegica che viveva in una casa senza ascensore non viene più portata a spalla da un suo congiunto, ma adesso risiede in una casa nel quartiere Japigia sequestrata e poi confiscata. Una famiglia numerosa con un figlio disabile ha finalmente avuto un tetto decoroso a Palese, solo per fare degli esempi concreti.

Il nuovo lotto si aggiungere al lungo elenco di beni già assegnati. C’è l’immobile in via Camillo Rosalba consegnato a fine dicembre all’associazione Agebeo per realizzare un villaggio per accogliere le famiglie dei bambini pazienti oncologici; nella villa a San Giorgio appartenuta al clan Parisi sarà riqualificata per realizzare un micronido per l’infanzia. E poi ancora, su un terreno a Ceglie del Campo, contrada Chiancone, non c’è più il «fortino» dei Di Cosola, ma sorgerà una fattoria sociale per l’inclusione sociale e lavorativa di chi vive ai margini della società. Per non parlare del progetto «Amaranta Fuori dalla Tratta». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nel novembre 2022 inaugurò sul lungomare un luogo d’ascolto gestito dalla cooperativa Caps che aiuta le donne vittime della tratta della prostituzione a reinserirsi nel mondo del lavoro. E poi ancora, il locale in piazza San Pietro un tempo del clan Capriati dove l’associazione Arcolaio gestisce un punto per la mediazione familiare; un locale di via Buccari dove l’associazione Penelope aiuta le famiglie delle persone scomparse; un locale in via Principe Amedeo dove Help, praticamente per definizione, aiuta, appunto, i cittadini.

Con le possibili sette nuove acquisizioni, prosegue, dunque, il percorso avviato da tempo dal Comune con l’obiettivo di restituire almeno in parte quanto la mafia ha sottratto alla comunità. Dopo il decreto di assegnazione, sarà pubblicato il bando per l’assegnazione di questi nuovi immobili privilegiando i progetti di riuso sociale. In principio fu Villa Artemisia o Villa Amaranta che «ospitano progetti innovativi in grado di rispondere ai bisogni sociali espressi dal territorio», fa sapere Palazzo di Città che da allora ha proseguito sulla stessa strada. 

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