TARANTO - Per ora è sospesa la mobilitazione organizzata dall’Usb per la vertenza dei 47 precari che erano stati impiegati a tempo determinato durante l’emergenza sanitaria in strutture Covid, ma il loro contratto scaduto a febbraio non è stato rinnovato. Ci sono infatti spiragli di luce per una possibile soluzione. Ieri è stato avviato e rimosso dopo qualche ora il presidio permanente davanti alla sede dell’Asl di Taranto, annunciato inizialmente fino al 21 dicembre. Dal giorno successivo la protesta doveva spostarsi - a oltranza - sotto la sede della Regione Puglia, a Bari.
Durante il sit-in una rappresentanza dell’Usb composta da Francesco Rizzo dell’Esecutivo confederale, dall’avvocato Mario Soggia dell’ufficio legale e da Simona Laliscia delegata settore Sanità è stata ricevuto dal direttore generale dell’Asl Vito Gregorio Colacicco e dal direttore amministrativo Vito Santoro. Secondo quanto si apprende dall’Usb, «ci sono segnali della volontà da parte dell’Asl di risolvere la questione. Il dialogo è stato costruttivo e a stretto giro dovrebbe essere convocato un altro incontro per la definizione della vertenza».
Per il sindacato andrebbe applicata semplicemente «la legge con il diritto di precedenza maturato dai lavoratori precari storici rispetto alle successive assunzioni». Più volte Usb ha definito la gestione della vicenda «schizofrenica perchè nelle Sanitaservice pugliesi si può decidere di applicare il diritto di precedenza e assumere i precari così come fatto a Bari, Lecce e Foggia, oppure sostenere che il diritto di precedenza non si applica per poi mandare a casa decine di lavoratori che sono stati in prima linea durante l’emergenza Covid. D’altro canto – hanno denunciato i rappresentanti Usb alla vigilia della mobilitazione - i comportamenti incoerenti sono molto radicati nella Sanitaservice: a seconda della convenienza, questa è soggetto privato la mattina e pubblico il pomeriggio».
