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Ex Ilva di Taranto: marcia funebre davanti la fabbrica per ricordare l'operaio morto

 
Redazione online

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Francesco Zaccaria rimase intrappolato nella cabina guida di una gru finita in mare al passaggio di un tornado. Intanto cresce il malcontento. La Uil: «Arcelor Mittal vada via»

Domenica 27 Novembre 2022, 12:12

12:19

TARANTO - «Ho fatto richiesta all’azienda di far suonare domani per due minuti le sirene dello stabilimento siderurgico di Taranto in ricordo delle vittime sul lavoro, ma è stata respinta. Allora ho deciso di organizzare una iniziativa davanti alla fabbrica, autorizzata dalla Questura: dalle 14 alle 17 una banda suonerà marce funebri proprio per omaggiare gli operai morti sul lavoro e tenere desta l’attenzione sulle norme di sicurezza».

Ad annunciare la manifestazione è Cosimo Semeraro, ex lavoratore Ilva che si ammalò di asbestosi, presidente del Comitato 12 Giugno-Vittime del lavoro, del dovere e del volontariato. Domani ricorre il decennale della morte di Francesco Zaccaria, di 29 anni, operaio del Siderurgico che rimase intrappolato nella cabina-guida di una gru caduta in mare al passaggio di un tornado. Una banda «suonerà a morto - spiega Semeraro - e mostreremo degli striscioni con la scritta "Sicurezza per non morire" e con i volti di alcuni operai dello stabilimento morti in incidenti sul lavoro. Ci sarà anche un manifesto con la foto di Paola Clemente, la bracciante di San Giorgio Jonico morta di fatica nel luglio del 2015 nelle campagne di Andria. Il marito di Paola parteciperà all’evento. Con una tromba saranno suonati i brani 'Parata degli eroi, Il silenzio e l’Inno di Mameli».

La mattina, invece, si svolgerà una iniziativa nella scuola media di Statte che fu colpita dalla tromba d’aria nel novembre 2012. Oltre ai danni materiali alcuni bambini rimasero leggermente feriti.

Intanto tra i sindacati non si placa il malcontento per la gestione di Arcelor Mittal.  «ArcelorMittal vada via. Siamo stanchi di essere illusi e violentati» dice il coordinatore provinciale della Uil di Taranto, Pietro Pallini, aggiungendo che «la credibilità della multinazionale è pressoché nulla. Ricordo gli ultimi accadimenti posti in essere da Acciaierie d’Italia: quello di mettere alla porta 145 aziende appaltatrici e con esse 2.500 lavoratori, quello di disertare il vertice convocato dai Ministri Urso e Calderone giorno 17 novembre scorso e quello ultimo della mancanza del numero legale in occasione dell’assemblea dei soci convocata d’urgenza lo scorso 25 novembre che slitta al prossimo 2 dicembre" Pallini fa presente che «le ragioni dello sciopero di Cgil, Cisl e Uil e delle categorie industria del 21 novembre è stato più che mai precursore ad assumere la netta posizione di allontanare definitivamente il gruppo indiano da Taranto. Abbiamo appreso anche l’ultimo sfregio di queste ore da parte della multinazionale nell’aver sospeso le aziende che eseguono pulizie di spogliatoi, refettori e mense all’interno dello stabilimento? Forse lo Stato - attacca il sindacalista - attende che succeda un altro incidente mortale visto che tra le 145 aziende sospese rientrano anche quelle della manutenzione degli impianti? O si attende forse che le gravi tensioni sociali di questi giorni sfocino in esasperazione?». Secondo il coordinatore Uil, «accarezzare anche la recondita ipotesi di dare altro denaro pubblico a questi soggetti senza un reale cambio di passo, significherebbe curare il sintomo e non la reale causa».

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