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Taranto, in 49 rischiano il processo per falsi incidenti stradali

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

truffa assicurazioni

L’operazione «Eagle» scattò a maggio 2021: furono 6 le persone arrestate per una presunta truffa alle assicurazioni

Mercoledì 30 Marzo 2022, 11:36

16 Luglio 2025, 15:31

TARANTO - Sono 49 le persone che rischiano di finire a processo dopo l’ultima inchiesta della Polizia Stradale di Taranto contro le frodi assicurative. Il sostituto procuratore della Repubblica Marco Colascilla Narducci, ha infatti chiesto il rinvio a giudizio che ora passerà al vaglio del giudice dell’udienza preliminare.

L'operazione «Eagle», come fu ribattezzata dai poliziotti, scattò all’alba del 13 maggio 2021: furono 6 le persone arrestate accusate di aver fatto parte dell’ennesima associazione a delinquere finalizzata alla costruzione a tavolino di incidente falsi per incassare i premi assicurativi.

In carcere finì Carmelo Capriulo, 56enne tarantino già coinvolto in inchieste analoghe e ritenuto dalla procura il promotore del gruppo criminale: Capriulo, non progettava solo incidenti secondo l’accusa, ma sarebbe stato il punto di riferimento per coloro che venivano convocati dai poliziotti durante le indagini e si occupava prepararli sulle dichiarazioni da rendere. Ai domiciliari, invece, erano finiti in 5 e tra questi Angelo Saverio Scalone, 53enne tarantino in servizio come vigilante all'Ospedale SS. Annunziata: pur non comparendo in alcun sinistro, era lui secondo l’accusa a coadiuvare Capriulo al vertice dell’associazione «ideando e organizzando i falsi sinistri, mantenendo i rapporti con i soggetti protagonisti e raccordando la loro azione». A Scalone, inoltre, era affidato di coordinare e organizzare tutte le fasi di accesso dei falsi feriti all’interno della struttura sanitaria. Anche l’avvocato Francesco Melpignano finì agli arresti nella sua abitazione: il noto avvocato civilista tarantino è accusato di aver fatto parte dell’associazione con il compito di occuparsi delle incombenze di carattere tecnico-giuridico per la liquidazione dei sinistri «nella consapevolezza – scrive la procura – della loro falsità». Inoltre il legale, per gli inquirenti, avrebbe anche procacciato falsi testimoni, da retribuire personalmente perché rendessero false testimonianze». Ai domiciliari, finirono anche il 63enne Alfredo Franco, il 68enne Emanuele Pisarra e il 66enne Roberto Franco mentre fu imposto l’obbligo di firma per il 28enne Nicola Giordano.

Per l’accusa Pisarra oltre a partecipare direttamente nei sinistri avrebbe fornito, in occasione di un episodio, il suo aiuto per l’organizzazione di un sinistro fasullo individuando un veicolo da utilizzare. Alfredo e Roberto Franco insieme a Nicola Giordano, anche lui guardia giurata, avrebbero preso parte a numerose pratiche risarcitorie seguite ai falsi sinistri.

Le indagini dei poliziotti, guidati allora dal vice questore Nicola Manzari e dal vice ispettore Leonardo Maiorino, hanno permesso di individuare ben 14 episodi di truffe ai danni delle compagnie assicurative. ha avuto inizio a novembre 2019 quando hanno scoperto che Alfredo Franco, nel periodo compreso fra febbraio del 2018 e maggio del 2019 era rimasto coinvolto a vario titolo in ben nove sinistri e tutti denunciati con la sua autovettura. Un dettaglio che insospettito i poliziotti che, alla luce delle tante operazioni messe a segno negli anni, hanno immediatamente percepito che ci fosse qualcosa di strano. Le indagini, supportate dalle intercettazioni telefoniche, hanno messo così in luce l’esistenza del gruppo che attraverso il sistema illecito riusciva a incassare cifre importanti.

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