TARANTO - «Dopo l’ennesima tragedia sfiorata all’ex Ilva, oggi il ministro Cingolani dichiara che 'non si può pensare di cambiare l’Ilva dall’oggi a domanì. Sappiamo quanto la rigenerazione degli impianti abbia costi e tempi particolarmente onerosi, peccato però che il tema sicurezza (al pari di salute e ambiente) venga rimandato da anni e si aspetti sempre di conoscere il tasso di morti bianche prima di assumere posizioni cautelative. Anche su questo, quella del Governo mi sembra l’ennesima posizione attendista». Lo afferma il presidente del gruppo consiliare 'Con Emilianò, Gianfranco Lopane.
«E se il ministro Giorgetti dice di voler approfondire il dossier e il piano industriale di ArcelorMittal - prosegue - credo che i lavoratori e la comunità tarantina non siano più interessati a queste attese dolorose e ai 'compromessì dei ministri di turno. Perché il tempo che continua a scorrere si riempie di disastri annunciati che provocano danni alla salute e all’ambiente: bonifiche e riconfigurazione produttiva necessitano di orizzonti perseguibili da subito e non di spot di uno Stato che, da azionista alla pari, continua a non ascoltare chi ogni giorno il disagio lo vive da vicino».
«Se l’obiettivo è la transizione ecologica e il rilancio del Mezzogiorno - aggiunge - il Governo non può lasciare a Taranto l'amarezza di una solitudine infinita. Serve prendere decisioni congiunte tra le istituzioni e gli attori coinvolti che, per quanto potranno risultare scomode per alcune parti, devono offrire una prospettiva concreta di quel domani di cui parla chi di transizione ecologica è chiamato ad occuparsi». «La preoccupazione - conclude - è che invece Taranto sia sparita dall’agenda di governo, di quel 'Governo dei migliorì che se c'è batta un colpo adesso prima che sia, come sempre, troppo tardi».
La Ugl Metalmeccanici ha chiesto un incontro urgente ai commissari di Ilva in As a seguito della deflagrazione, seguita da un incendio, che si è verificata ieri nel reparto di colata continua dell’Acciaieria 2 dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto. «Ancora una volta - sottolinea l’organizzazione sindacale - solo il fato ha evitato che un’altra tragedia colpisse i lavoratori dell’ex Ilva e conseguentemente le loro famiglie, poiché d’altronde questi eventi sono divenuti la prassi. I lavoratori sono costretti a lavorare senza alcuna sicurezza, operando su impianti e macchine, sulle quali non si effettua più nemmeno manutenzione ordinaria, da anni denunciata, per mancanza di ricambi causati dal mancato approvvigionamento».
Secondo l’Ugl «nelle attuali condizioni i suddetti impianti non sono in grado di garantire le produzioni, sia in termini quantitative sia qualitative, considerate le molteplici fermate e ripartenze alle quali sono costretti, registrando ricadute sulle vendite e, conseguentemente, sui ricavi». Il sindacato ritiene «che sia doveroso un intervento urgente della struttura commissariale, proprietaria degli impianti, e dei ministri competenti dello Sviluppo economico e del Lavoro, affinché dettino le nuove regole per un reale cambio di passo ed intervengano immediatamente sulla governance di Am InvestCo, affinché si possa eliminare il clima di tensione in cui da oltre un anno e mezzo i lavoratori sono costretti a vivere»