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Redazione online
18 Febbraio 2021
foto Ansa
TARANTO - Il ministero dello Sviluppo Economico ha convocato per domani, alle 14.30, nella sede di via Veneto a Roma, i sindacati confederali e di categoria, e Federmanager, per una riunione sul tema Ilva, che sarà presieduta dal neo ministro Giancarlo Giorgetti.
All’incontro parteciperanno massimo due delegati per ogni sigla sindacale. La comunicazione è stata inviata a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Ugl Metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm, Usb, Filctem, Flaei, Uiltec, Fit, Filt, Uiltrasporti e Ugl Chimici, Federmanager, ai commissari straordinari di Ilva in As e al capo di gabinetto del ministero del Lavoro.
CONFINDUSTRIA SCRIVE A DRAGHI - Il presidente di Confindustria Taranto, Antonio Marinaro, ha scritto al premier Mario Draghi esprimendo preoccupazione sia in merito alla situazione delle imprese dell’indotto di ArcelorMittal che lamentano ritardi nei pagamenti, sia in relazione ai risvolti giudiziari legati alla sentenza del Tar del Lecce sulla possibile chiusura degli impianti dell’area a caldo e alla richiesta di confisca avanzata dalla procura nel processo "Ambiente Svenduto". Scenari che, secondo Marinaro, «non possono indurre ad alcuna sottovalutazione delle possibili conseguenze per la fabbrica e per il territorio».
Confindustria Taranto riconosce a Draghi «indiscussa capacità di essere collettore di varie istanze», che ha «prodotto un’inedita convergenza fra forze politiche diverse per il bene comune».
«Le chiediamo - afferma Marinaro - di mettere in atto per Taranto la stessa strategia, coinvolgendo le autorità locali del Comune, della Provincia e della Regione, affinché si giunga ad un percorso condiviso e lo si rispetti seriamente fino a compimento». Il rischio incombente, conclude Marinaro, «è quello di una distruzione ambientale ed economica, che porterà, inevitabilmente, ad una pericolosa situazione di forte tensione sociale».
CHIESTA SOSPENSIVA AL CONSIGLIO DI STATO - Attraverso il ricorso al Consiglio di Stato, ArcelorMittal chiede la sospensiva della sentenza con la quale il Tar di Lecce intima all’azienda di spegnere entro il 14 aprile gli impianti dell’area a caldo ritenuti inquinanti. L'istanza è rivolta sia al presidente che al collegio giudicante nel suo complesso.
Nell’appello, a quanto si apprende, si fa riferimento anche a documentazione dell’Ispra, Istituto di vigilanza sulle Autorizzazioni integrate ambientali, che, in collaborazione con Arpa Puglia, effettuò sopralluoghi e verifiche.
Secondo quanto rappresentato dall’azienda anche dinanzi al Tar, da una relazione Ispra del marzo 2020 emerge che non risulterebbero nel periodo di riferimento superamenti dei parametri di emissioni contenuti nelle prescrizioni Aia del 29 settembre 2017. Ispra richiedeva tuttavia ulteriori verifiche. Relativamente ai profili di merito, ArcelorMittal sostiene «la piena conformità delle emissioni alle prescrizioni e alle specifiche contenute nell’Aia»
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