il siderurgico

ArcelorMittal, il 25 novembre sciopero e presidi

Redazione online

Le sigle metalmeccaniche hanno avviato anche una richiesta di audizione urgente alle Commissioni Parlamentari competenti di Camera e Senato e richiesta di incontro alle segreterie nazionali dei Partiti

Le segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm hanno proclamato per mercoledì 25 novembre a sostegno delle proposte e delle priorità rivendicative delineate ieri nel coordinamento nazionale che si è svolto in videoconferenza, una giornata di mobilitazione nazionale nei siti del gruppo ArcerlorMittal, con sciopero di 2 ore, presidi, iniziative e collegamenti dagli stabilimenti con conferenza stampa in videoconferenza dei segretari generali.

Le sigle metalmeccaniche hanno avviato anche una richiesta di audizione urgente alle Commissioni Parlamentari competenti di Camera e Senato e richiesta di incontro alle segreterie nazionali dei Partiti. Nel verbale del coordinamento nazionale Fim, Fiom e Uilm del gruppo ArcelorMittal, si rileva che la gestione degli impianti «a partire dalla firma dell’accordo del 6 settembre 2018 è andata via via peggiorando fino a diventare insostenibile».
Il coordinamento denuncia «l'improcrastinabile necessità di un serio piano di manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti di tutti i siti"; «il ripristino immediato di corrette relazioni industriali oramai inesistenti e che spesso vedono atteggiamenti vessatori nei confronti dei lavoratori"; «la necessità di un utilizzo appropriato degli ammortizzatori sociali». Fim, Fiom e Uilm chiedono inoltre all’azienda e al Governo, "alla luce dell’annunciato ingresso dello Stato tramite Invitalia nel capitale sociale di AM InvestCo, la presentazione del piano ambientale, sui tempi di realizzazione delle opere di messa a norma degli impianti; la presentazione del piano industriale, stabilendo in maniera definitiva quale sarà il destino del gruppo, quale il modello produttivo, tempi certi sul rilancio degli impianti fermi da anni; la definizione di un percorso certo di reintegro in ArcelorMittal dei lavoratori in Amministrazione Straordinaria, loro eventuale impiego, per il tempo di permanenza in As, nelle opere di bonifica e garanzie stabili, da subito, sul loro futuro; chiarezza sulla gestione del mondo degli appalti».

«Le continue dichiarazioni di politica, istituzioni e partiti territoriali, in particolare di quelli pugliesi sul superamento dell’area a caldo, sono discordanti da quelle del Governo, e va quindi chiarito in maniera definitiva la necessità, per uno stabilimento come quello di Taranto, del mantenimento dell’area a caldo resa ecocompatibile con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili. Il governo chiarisca con dichiarazioni univoche ed esca fuori dall’ambiguità sul futuro del più grande gruppo siderurgico italiano». Lo affermano le segreterie nazionale Fim, Fiom e Uilm nel verbale del coordinamento nazionale in cui annunciano per il 25 novembre dure ore di sciopero e presidi in tutti i siti del gruppo.
Per Fim Fiom Uilm, «l'Ilva non è tutta la siderurgia ma è l'asset strategico della siderurgia italiana. Alla luce di quanto emerso anche nell’incontro dello scorso 13 novembre con i Ministri Patuanelli, Gaultieri e Catalfo, chiediamo che venga subito convocato un nuovo incontro, come già anticipato dagli stessi ministri e quanto prima si apra un confronto 'vero e seriò con i sindacati per una discussione complessiva sul futuro dell’ex Ilva confermando la strategicità del gruppo ArcelorMittal e del settore siderurgico nel Paese ma garantendo - concludono le organizzazioni sindacali - un percorso di produzione ecosostenibile e di salvaguardia di tutta l'occupazione».

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