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Stipendi «gonfiati» al Consorzio trasporti: scattano quattro condanne a 3 anni e 8 mesi

 
VITTORIO RICAPITO

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VITTORIO RICAPITO

Stipendi «gonfiati» al Consorzio trasporti scattano quattro condanne a 3 anni e 8 mesi

Il tribunale ha disposto anche la confisca di 456mila euro. Il Ctp dovrà essere risarcito

Sabato 25 Luglio 2020, 11:49

Sono stati condannati a tre anni e otto mesi di reclusione ciascuno, in primo grado, i quattro manager del Ctp, il Consorzio trasporti pubblici di Taranto, accusati di peculato nell’inchiesta della guardia di finanza sui presunti «stipendi gonfiati». Ieri la sentenza del tribunale collegiale presieduto dal giudice Fulvia Misserini che ha stabilito, oltre alle condanne, la confisca di una somma pari a 456mila euro, l’equivalente delle somme che per l’accusa furono percepite illecitamente (ma più di 330mila euro sono stati restituiti). Sono stati condannati a tre anni e otto mesi l’ex direttore d’esercizio Michele Ciccimarra, l’ex direttore generale Mimmo Rochira, il dirigente del settore economico finanziario del Ctp Luigi Pacucci e il dirigente di movimento Giuseppe Portulano. Per loro il procuratore aggiunto Maurizio Carbone aveva chiesto condanna a sei anni di reclusione. Per l’accusa, i quattro dirigenti inserirono voci non dovute nelle proprie buste paga, relative alla voce: «retribuzione variabile incentivante». Lavori extra, i cui obiettivi tuttavia non erano riportati in alcuna documentazione. In pratica, secondo l’accusa, dietro a quella voce si nascondeva un meccanismo per gonfiare illegittimamente le buste paga dei dirigenti. In alcuni casi, secondo i finanzieri, i manager avrebbe ricevuto il doppio di quanto dovuto. Come nel caso del direttore Ciccimarra che, secondo i calcoli degli investigatori, tra il 2005 e il 2015 avrebbe percepito ben 456mila euro più del dovuto, con punte di quasi 60mila euro all’anno. Rochira, invece, tra il 2012 e il 2014, rispetto a un reddito annuale di 121mila euro, avrebbe percepito voci non dovute per 40mila euro in più. Complessivamente il direttore generale tra il 2008 e il 2015, ne avrebbe percepiti indebitamente circa 210mila euro. Per Pacucci, invece, dal 2006 al 2014 nella busta paga sarebbero arrivati illegittimamente 144mila euro e infine Giuseppe Portulano, il dirigente del movimento mezzi, dal 2008 al 2014, avrebbe visto gonfiarsi indebitamente la busta paga di circa 135mila euro. Manovre che, secondo l’accusa, causarono in una decina d’anni un buco nelle casse dell’azienda pubblica da quasi un milione di euro. Il procuratore aggiunto Carbone ha anche chiesto e ottenuto per gli imputati le pene accessorie dell’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, l’impossibilità di avere incarichi direttivi per la durata della pena principale, oltre all’estinzione del rapporto di lavoro. Il Ctp si è costituito parte civile con l’avvocato Salvatore Maggio e sarà risarcito in separato giudizio.  

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