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Taranto, «Con la piattaforma digitale il MArTA si apre al mondo». L’archeologia? Ora è 3.0

 
Alessandro Salvatore

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Alessandro Salvatore

La direttrice del MArTA Degl’Innocenti

Presentata in diretta sulla pagina Facebook del Museo Archeologico Nazionale, sarà un sistema di fruizione in 8 lingue

Mercoledì 20 Maggio 2020, 12:34

«La tecnologia non è la conoscenza profonda della natura, ma la relazione fra la natura e l’uomo». La citazione di Walter Benjamin è usata ad arte da Eva Degl’Innocenti per racchiudere l’essenza della piattaforma digitale del MArTA, che è stata presentata in diretta sulla pagina Facebook del Museo Archeologico Nazionale, attraverso una video-conferenza. «La normalità richiede rinnovati strumenti di fruizione, anche per i musei, ed il MArTA - spiega la sua direttrice - ritorna nel nuovo scenario con uno strumento digitale altamente inclusivo, che costituisce la tappa dell’ampio progetto di rinnovamento e di valorizzazione denominato 3.0».

Finanziato dal Programma Operativo Nazionale FESR «Cultura e Sviluppo» 2014/2020, il piano di rilancio del museo tarantino (tra i trenta autonomi d’Italia) ha visto cambiare radicalmente, in questo ultimo biennio, anche le modalità di fruizione da parte dell’utenza, in un percorso tracciato nel segno della nuova identità visiva e digitale. E tale veste, che lancia l’archeologia nel futuro (tema caro a Degl’Innocenti col claim past for future), il MArTA l’ha scoperta in occasione della Giornata internazionale dei Musei, che l’edizione 2020 ha avuto come tema la diversità e l’inclusione. «Due aspetti - commenta Degl’Innocenti - che la filosofia digitale del museo esprime. Uno dei più importanti contenitori al mondo per la storia delle sue collezioni e la ricchezza del patrimonio culturale del suo territorio, si dota quindi di una piattaforma web che arricchisce e rinnova la sua offerta, in attesa della riapertura che avverrà dopo maggio, quando riusciremo a garantirne la fruizione in sicurezza».

Senza voler sostituire quella che definisce la «vita di un museo attraverso la presenza fisica dei visitatori», la piattaforma high-tech «si pone come un elemento complementare alla fruizione del patrimonio» sottolinea Degl’Innocenti, la quale spiega come nei due mesi del lockdown, «comunque abbiamo fatto vivere il nostro museo, arrivando a toccare oltre mille utenti, invogliati dalla didattica a distanza della piattaforma Fab Lab, ovvero la formazione di artigianato digitale, che fa parte del progetto scientifico MArTA 3.0. Gli allievi di questa sezione, al termine del percorso, verranno al museo per ritirare la stampa digitale dei modelli dei reperti 3D che hanno realizzato».

La piattaforma tecnologica, spiega la manager culturale a capo del museo, «è un passo strategico verso l’inclusione globale della nostra struttura, che intendo epicentro di cittadinanza del mondo, a partire dal suo territorio. Ed in questa visione globale tale strumento gioca un ruolo chiave, attraverso un lavoro complesso, che si somma al lavoro quotidiano di un museo che lamenta un deficit d’organico, ma che con spirito di servizio assolve al compito di promozione pubblica del patrimonio. In questo progetto - evidenzia Degl’Innocenti - vi sono punti che rendono globale la cultura. Mi riferisco al primo esempio, in Italia, di un museo che renderà aperto il suo patrimonio di 40mila reperti, tra quelli visibili nelle teche e la maggioranza come tesoro nascosto contenuto nei depositi, attraverso un archivio digitale “open data e source”, che sarà fruibile in otto lingue, le principali d’Europa (italiano, francese, tedesco, spagnolo, inglese) più il russo, il cinese e l’arabo».

La tecnologizzazione fruibile è la scommessa del MArTA, «attraverso - evidenzia la direttrice - l’accessibilità totale ai reperti, all’interno della consultazione documentaristica e di un virtual tour, che rientra nella piattaforma che, in questo periodo tutt’ora di chiusura fisica, ci permette di mantenere condivisa l’esperienza museale attraverso l’e-commerce. Questo sarà di fatto un raccoglitore di pregio, che si muoverà di pari passo con la comunicazione finalizzata ad incentivare le presenze fisiche».
Il MArTA, dunque, come contenitore multi-tasking, «che crediamo possa generare anche in-coming a favore del territorio in termini turistici». L’assist della direttrice è alle istituzioni locali, che hanno convissuto la presentazione della piattaforma digitale. «L’avvio della fase-2 che viene scandita dall’innovativo progetto del MArTA - sottolinea il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano - voglio credere che sia frutto degli Dei cari alla Magna Grecia tarantina. Di certo la pandemia è ancora un nemico, che ha solo rallentato la fase di crescita e di respiro mediterraneo che stavamo architettando su Taranto. Quando riprenderà a battere la normalità, torneremo a lavorarci con maggiore impulso». Le virtù del MArTA sono decantate dall’assessore Regionale all’Industria Turistica e Culturale Loredana Capone: «Strategico il progetto digitale, che permetterà di implementare l’offerta culturale di un museo di livello internazionale, raggiungendo il più alto possibile livello di target».

Per il sindaco Rinaldo Melucci «il MArTA non è solo un museo, è Taranto». Sulla cooperazione culturale, interviene l’assessore comunale alla Cultura Fabiano Marti: «Stiamo lavorando in sinergia - ha spiegato - per costruire una nuova identità della città. Lo strumento è il protocollo d’intesa siglato col museo. Questo particolare, quanto difficile momento storico, deve essere utilizzato anche per appianare e sistemare quelle situazioni lasciate in sospeso. Dobbiamo lavorare per unire la storia della città alla modernità ed al futuro».

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