Il direttore generale della Asl Taranto, Stefano Rossi, in accordo con il Direttore Sanitario, Vito Gregorio Colacicco, e il direttore amministrativo, Andrea Chiari, ha disposto la temporanea sospensione dell’attività dell’ospedale «San Pio» di Castellaneta, per procedere alla sanificazione della struttura, dove sono stati registrati oltre 30 casi (compreso il distretti sanitario) di positività al Coronavirus, tra medici, infermieri e degenti.
A partire da mercoledì 8 aprile, «in concomitanza - spiega l'Asl - del fisiologico rallentamento dell’attività ospedaliera conseguente alle festività pasquali», l’ospedale sarà chiuso fino a nuove comunicazioni per permettere di eseguire «una attenta ricognizione ed un meticoloso monitoraggio del personale risultato positivo al Covid-19 e per effettuare radicali attività di sanificazione di tutte le aree».
I degenti attualmente ricoverati verranno dimessi e trasferiti in altre strutture. La sospensione dell’attività comporterà sia il collocamento in congedo ordinario di tutto il personale che ha ancora ferie non godute dell’anno 2019, che il collocamento in congedo straordinario da rischio radiologico 2019/2020 per coloro che ne sono beneficiari, fatta salva l’ipotesi del personale che possa essere più utilmente integrato nei percorsi Covid presso l’Hub del Moscati o presso il presidio post acuzie di Mottola.
SINDACI CHIEDONO CHIAREZZA - «Ribadiamo la necessità di ricevere notizie certe e definitive circa le sorti a cui è stato destinato l’ospedale San Pio di Castellaneta». E’ quanto chiedono alla direzione generale dell’Asl di Taranto i sindaci di 7 comuni di versante occidentale della provincia di Taranto (Castellaneta, Ginosa, Laterza, Massafra, Mottola, Palagianello e Palagiano). Da domani è prevista infatti la sospensione temporanea dell’attività del nosocomio, fino a data da destinarsi, per procedere alla «sanificazione degli ambienti» e a «un capillare monitoraggio di tutto il personale ospedaliero" dopo che si è registrato un focolaio di contagi da Coronavirus (oltre 30 casi). Per i sindaci, «la necessità di avviare una nuova strategia, più radicale, di chiusura totale dimostra, di fatto, l’inefficacia delle prime azioni più blande di mero contenimento del contagio, anche quest’ultime mai condivise con gli scriventi». I primi cittadini chiedono di «conoscere preventivamente la durata delle operazioni di sanificazione, le attività che l'ospedale potrà espletare durante il periodo di chiusura e la data di riapertura. Tutto ciò - concludono - si rende necessario per scongiurare qualunque rischio che questa operazione possa rappresentare un passo irreversibile verso la temuta e catastrofica chiusura definitiva del presidio ospedaliero, così come temiamo stia accadendo per il reparto di Neonatologia e Pediatria».