La grande chiesa

Taranto, i primi 50 anni di bellezza della Concattedrale

Alessandro Salvatore

Monsignor Santoro vara l’accordo per le celebrazioni del cinquantenario

TARANTO - Da una ricerca di cinque laureandi in Ingegneria Edile-Architettura nasce l’idea di celebrare i cinquant’anni della Concattedrale di Taranto. A sancire l’iniziativa progettuale è l’accordo firmato ieri da Arcidiocesi di Taranto, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Brindisi, Lecce e Taranto, e dal Dipartimento di Ingegneria ed Architettura del Politecnico di Bari. L’intesa punta alla condivisione di un programma scientifico, poggiato su uno dei pochi esempi di gotico moderno ed annoverato come il capolavoro di Giò Ponti, spinto nella sua realizzazione nei primi anni ‘60 da monsignor Guglielo Motolese.

«Quella sua commissione - commenta il successore, arcivescovo Filippo Santoro - fu una intuizione che, dopo mezzo secolo, in un momento in cui l’ambiente di Taranto è devastato dall’inquinamento, ci permette di riscoprire la bellezza. Attraverso quell’opera capì dove si sarebbe sviluppata la città e mise in atto le conclusioni del Concilio Vaticano II scolpite da Paolo VI, che invitò il mondo dell’arte a tornare ad essere degna della Chiesa, dopo la sconvolgente distruzione bellica».

Il progetto scientifico del cinquantenario della Concattedrale Gran Madre di Dio sarà caratterizzato da diverse tappe, che si svilupperanno da settembre di quest’anno fino al 6 dicembre 2020, data celebrativa del mezzo secolo di vita dell’opera d’arte. Iniziative di ricerca (che già conta sul materiale consultato di oltre 2500 documenti), mostre (a partire dalla pubblicazione dell’epistolario tra Motolese e Ponti sull’evoluzione progettuale), pubblicazioni (con una monografia sull’opera architettonica) e convegni, con l’acume dell’evento internazionale alla vigilia della celebrazione dei cinquant’anni, che assumerà un carattere religioso.

«La Concattedrale è stata ideata per essere riconosciuta anche dal quartiere. E noi - ha dichiarato la soprintendente Piccarreta - vogliamo portarla al centro di un dibattito culturale con la città, perché esprime un filo diretto con l’architettura milanese. L’opera è una sorta di contraltare rispetto a quello che sta accadendo nell’antica Taranto. Mi piace pensare che l’accordo di oggi segni un rilancio complessivo del territorio».

Per il direttore del Dipartimento di ingegneria civile ed architettura del Politecnico di Bari Dicar Giorgio Rocco, che da tarantino al cospetto dell’arcivescovo si scusa per esserci entrato per la prima volta, parla di un luogo «che è stato trascurato per troppo tempo, eppure è un edificio di grande complessità. L’opera è un nuovo stimolo nell’impegnarci nell’avvio della Scuola di laurea di specializzazione in beni architettonici e paesaggistici a Taranto, dal gennaio prossimo, con l’aiuto logistico della Soprintendenza. Questo ci permetterà di migliorare la nostra conoscenza».
I responsabili scientifici delle attività celebrative della Concattedrale sono il funzionario architetto Fernando Errico, il professore associato del Dicar Gabriele Rossi ed il responsabile dei Beni culturali ecclesiastici dell’Arcidiocesi don Francesco Simone. Quest’ultimo annuncia l’aspirazione, nel contesto dei 50 anni, di «ospitare a Taranto la mostra Tutto Ponti che è stata acclamata per oltre mezzo anno di esposizione al Musée des Arts Decoratifs di Parigi. Tale vetrina può trovare spazio in uno dei nostri musei».

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