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Casa di riposo abusiva
chieste nuove indagini

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Casa di riposo abusivachieste nuove indagini

Il Consiglio di Stato: violato il decreto di sequestro?

Domenica 12 Maggio 2019, 13:30

Bene hanno fatto Asl e distretto socio sanitario numero 6 con Grottaglie comune capofila ad escludere la società Villa Argento dalla procedura per l’assegnazione di 50 posti letto per residenza socio sanitaria per anziani visto il sequestro disposto dalla magistratura il 12 febbraio 2018 nei confronti della struttura di Monteparano. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato, confermando la sentenza del Tar di Lecce del 24 ottobre scorso.

Il 20 giugno si svolgerà l’udienza preliminare chiesta dal procuratore aggiunto Maurizio Carbone nei confronti di quattro imputati: il titolare della società che gestisce la struttura, Antonio Greco, 63 anni di Lecce e tre dirigenti del Comune di Monteparano, Tania Giovane, 50 anni, Antonio Giuseppe Capuzzimati, 64 anni e Nicola Antonante, 61 anni. I finanzieri misero i sigilli all’intera struttura, un immobile con piscina, ambulatori di chirurgia e dermatologia del valore di 3,4 milioni di euro. Per l’accusa, sia il permesso a costruire che l’autorizzazione all’esercizio della struttura furono viziati da omissioni e irregolarità. Al posto della residenza socio-sanitaria per anziani, secondo il piano regolatore, doveva sorgere un albergo. Le indagini in un primo momento si sono concentrate su presunte violazioni edilizie e sulle contestazioni di falso e abuso d’ufficio mosse a vario titolo nei confronti dei tre dirigenti comunali ma dalle carte dell’inchiesta è emersa anche una piccola parentopoli: due di loro avevano congiunti assunti nella struttura. Circostanza quest’utima, per la quale ora a Greco e Antonante, responsabile dell’ufficio tecnico comunale, viene contestata anche la corruzione perché in cambio di tre permessi a costruire rilasciati nel 2015 e ritenuti illegittimi, Antonante avrebbe ottenuto l’assunzione della moglie come responsabile amministrativa. Di abuso d’ufficio risponderà anche Capuzzimati, addetto all’ufficio protocollo, accusato di non aver protocollato una pec in cui la Regione Puglia riscontrava una serie di vizi nelle autorizzazioni e invitava il Comune a intervenire. Di falso, invece, è accusata Tania Giovane, responsabile dei servizi sociali per aver attestato falsamente che la struttura aveva i requisiti previsti dalle norme regionali per essere iscritta nel registro delle residenze accreditate, senza aver effettuato il necessario sopralluogo in sede.

La società ha fatto ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, sostenendo che le facoltà d’uso concessa dalla magistratura non ne impedisce l’operatività e dunque la partecipazione a gare pubbliche. Per il Consiglio di Stato, invece, la facoltà d’uso è stata concessa unicamente per preservare gli incolpevoli ospiti e non certo per far evitare i danni connessi all’interruzione dell’attività economica. Non solo, visto che gli ospiti sarebbero nel frattempo addirittura aumentati, passando da 57 a 64, sarà ora l’Asl a dover verificare la reale situazione, al fine di inviare gli atti al gip in caso di violazione del decreto di sequestro.[mimmo mazza]

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