TARANTO - «A differenza del sindaco di Taranto, noi non chiediamo di sapere se l’inquinamento è aumentato oppure no. Noi sappiamo che, pur restando nei parametri previsti, l’inquinamento ambientale prodotto dagli insediamenti industriali è la principale causa di malattie e morte dei cittadini di Taranto, a partire dai più piccoli». Lo scrive l’associazione 'Genitori tarantini Ets' in una lettera aperta al presidente della Repubblica, Sergio Matarella, al premier Giuseppe Conte, ai ministri e ai presidenti di Camera e Senato, parlando della questione inquinamento e del rischio sanitario per la popolazione.
«Per percentuali di inquinamento molto meno significative - aggiungono i rappresentanti del gruppo di genitori - l’area a caldo di Genova venne chiusa per sempre perché rappresentava un pericolo sanitario per la popolazione. Per noi valgono gli studi epidemiologici commissionati dal ministero della Sanità e dalla Regione Puglia. Questi ci presentano un quadro di percentuali insopportabili, se confrontate con il resto della Puglia e dell’Italia, di malattie, morbilità e morte».
I Genitori tarantini ricordano che «il gip Patrizia Todisco, nel 2012, indicò nell’area a caldo dello stabilimento Ilva la principale causa dell’inquinamento ambientale e sanitario di Taranto, ordinandone il sequestro senza facoltà d’uso, scatenando in questo modo quella inumana gara al massacro prodotta da 12 decreti legge mirati non solo a garantire la continuità produttiva, ma anche a tutelare dal punto di vista penale ed amministrativo dapprima i commissari del Governo e in seguito anche i nuovi gestori privati dell’industria».
Secondo l’associazione di genitori, a Taranto si «calpestano i diritti costituzionali». «Non esiste - concludono - che uno Stato democratico possa fondare parte della sua ricchezza sulle malattie e sulla morte di migliaia di italiani».