Ambiente ferito
Taranto, fanghi di depurazione smaltiti nelle campagne: 5 indagati
Concluse le indagini preliminari: contestate la violazione al testo unico sull’ambiente e la truffa aggravata
TARANTO - Fanghi di depurazione equiparabili a rifiuti speciali non pericolosi ma smaltiti indiscriminatamente su terreni ubicati nel comune di Crispiano.
Arriva al capolinea l’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Filomena Di Tursi su una parte dei rifiuti prodotti dallo stabilimento Heineken di Massafra.
Il magistrato ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti delle cinque persone e della società Heineken spa coinvolta nell’inchiesta. L’atto vede come destinatari l’80enne Giuseppe De Filippis, proprietario di terreni agricoli ubicati nel comune di Crispiano, il 44enne Giuseppe Di Stasio, direttore del birrificio di Massafra sino all’agosto del 20156, il suo successore alla guida dello stabilimento Heineken, la 47enne rumena Alina Uliana Taru, il 44enne Angelo De Filippis, quale coordinatore materiale dell’attività di smaltimento illecito dei rifiuti, e il 57enne Luigi Pistoia, responsabile dell’impresa Ecologica 2000.
Secondo l’accusa, in violazione del testo unico sull’ambiente, Giuseppe Di Stasio prima e Alina Taru dopo, in concorso con i due De Filippis e Pistoia, titolare della società incaricata dalla Heineken di svolgere l’attività di carico, trasporto e smaltimento dei fanghi, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avrebbero gestito abusivamente rifiuti speciali non pericolosi costituiti da fanghi di depurazione mediante lo smaltimento degli stessi sul terreno di Crispiano di proprietà del De Filippis.
Giuseppe e Angelo De Filippis, inoltre, sono accusati di truffa aggravata ai danni dello Stato perché avrebbero effettuato abusivamente lo stoccaggio e lo smaltimento dei fanghi di depurazione mediante spandimenti sui terreni, omettendo di informare gli uffici preposti della Provincia di Taranto circa il regime di condizionalità vigente sui terreni agricoli in questione, omettendo inoltre di informare gli uffici preposti della Regione Puglia circa i calendari di spandimento dei fanghi e richiedendo infine gli aiuti economici per una superficie agricola superiore a quella coltivata, procurandosi così in danno dell’Agea la somma complessiva di quasi 400mila euro per gli anni 2013-2015.
Nel procedimento viene coinvolta infine anche la Heineken ai sensi della della legge 231 del 2001 che sanziona la responsabilità amministrative delle imprese per la violazione ambientale contestate ai due direttori dello stabilimento, ovvero la gestione illecita dei rifiuti speciali. Gli indagati dopo la notifica dell’avviso hanno venti giorni di tempo per chiedere copia degli atti di indagine, presentare memorie o chiedere di essere sottoposti a interrogatorio. Trascorso tale termine, spetterà al pm Di Tursi decidere se chiedere o meno il rinvio a giudizio.