«A Taranto i bambini mangiano e respirano diossina: questo dato emerge da uno studio del 2014 dell’Istituto Superiore di Sanità, in cui è evidenziato come la diossina assunta con l’alimentazione è di 2,5 volte superiore a quella inalata e i due effetti peraltro si sommano». Lo ha affermato Prisco Piscitelli, Epidemiologo Isbem (l'Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) intervenendo a Taranto alla conferenza stampa dell’Unicef in occasione della giornata conclusiva delle celebrazioni per l’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dei minori.
«Il via libera finale del Governo sulla questione Ilva - ha puntualizzato - deve rappresentare un nuovo punto di partenza per mettere attorno a un tavolo tutti gli attori del progresso scientifico e tecnologico, perché oggi produrre acciaio in modo pulito è possibile oltre che doveroso. Arrivare a questo significa trovare il punto di equilibrio tra il diritto al lavoro e quello alla salute e all’ambiente, a tuttoggi ancora negati ai tarantini». All’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Andrea Iacomini, portavoce nazionale Unicef Italia; il governatore pugliese Michele Emiliano; Alessandro Miani, presidente Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale); il dottor Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto; il dottor Gianmarco Surico, oncologo, direttore coordinamento Oncologico regionale; la dottoressa Annamaria Moschetti, pediatra, coordinatrice Commissione Ambiente dell’Ordine provinciale dei Medici; l’avvocato Marina Venezia di Cittadinanza Attiva, Tribunale dei diritti del Malato Taranto; la dottoressa Silvana Melli, portavoce dell’associazione Genitori Tarantini.
«Il caso Taranto non è chiuso». Lo ha dichiarato Andrea Iacomini, portavoce Nazionale Unicef Italia, parlando a Taranto di diritti violati in occasione della giornata conclusiva delle celebrazioni per l’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dei minori. Nel corso di una conferenza stampa presso l’Ordine dei Medici di Taranto è stato spiegato che «lo studio nazionale Sentieri, nel periodo 1995-2018, ha evidenziato per Taranto nei confronti della regione Puglia un eccesso di circa il 30% nella mortalità per tumore del polmone in entrambi i sessi; un aumento compreso tra il 50% (uomini) e il 40% (donne) di decessi per malattie respiratorie acute e un eccesso di circa il 15% tra gli uomini e 40% nelle donne di morti per malattie dell’apparato digerente».
Inoltre, «lo studio di coorte residenziale condotto nel 2017 sulla città di Taranto ha riscontrato, per ogni aumento di 10µg/m3 del PM10 di origine industriale o di anidride solforosa (SO2), a parità di età, genere, condizione socio-economica ed occupazione, un aumento del rischio di mortalità per tutte le cause dal +4% al +9%, di mortalità per tutti i tumori (+3%/+8%), per tumore polmonare (+5%/+17%), per malattie cardiache (+5%/+11%), per eventi coronarici acuti (+10%/+29%) e per malattie renali (+13%/+16%)».
Ad ogni incremento «di 10 µg/m3 delle concentrazioni PM10 e di SO2 - ha rilevato lo studio - sono stati osservati eccessi di ricoveri ospedalieri per malattie neurologiche (+5%/+21%), cardiache (+4%/14%), infezioni respiratorie (+7%/+35%), malattie dell’apparato digerente (+4%/+8%), renali (+3%/+4%) e gravidanze con esito abortivo (2%/16%). Inoltre, tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni si sono riscontrati eccessi importanti per le patologie respiratorie (dal +11% per le malattie respiratorie al +49% delle infezioni respiratorie); +24% e +26% per i quartieri Tamburi e Paolo VI»