Serie A
Sticchi Damiani, il Lecce gli arbitri e il «solito» Var
Il numero uno giallorosso: «Da quando siamo nel mondo del calcio, abbiamo sempre cercato un modo nuovo per rapportarci con la classe arbitrale»
LECCE - «Con gli arbitri c’è da sempre collaborazione e grande rispetto. Anche se qualche tifoso mi rimprovera questa linea».
Lo ha detto ieri mattina il presidente Saverio Sticchi Damiani a confronto - tra gli altri - con Carlo Pacifici, presidente dell’Aia (Associazione italiana arbitri), e con Gianluca Rocchi, designatore arbitrale per i campionati di A e B. L’occasione l’ha fornita l’incontro sul tema «La funzione dell’arbitro tra rispetto delle regole e nuove tecnologie», organizzato dal Corso di laurea in Diritto e Management dello Sport dell’Università del Salento.
Un appuntamento che è arrivato a pochi giorni dalla partita Lecce-Milan col gol del 3-2, segnato da Piccoli e annullato dall’arbitro Rosario Abisso, dopo la verifica al Var. Proprio per le vibranti proteste al termine di quella gara i vertici dell’Us Lecce (in primis lo stesso Sticchi Damiani) hanno ricevuto squalifiche e multe.
«Per me era doveroso partecipare ad un appuntamento del genere - ha sottolineato ieri il numero uno giallorosso - Doveroso, perché è un evento che mi riempie di orgoglio per quello che rappresenta per la nostra Università ed al tempo stesso lo è per il mio ruolo di presidente del Lecce, perché può essere un altro momento importante di relazione. Da quando siamo nel mondo del calcio abbiamo sempre cercato un modo nuovo di rapportarci con la classe arbitrale, sia in modo diretto che attraverso i media. La strada è quella del confronto continuo. Questo non vuol dire certo accettare tutto ciò che accada, senza uno spirito critico, ma al contrario confrontarsi, parlarne, esprimere i punti di vista e questo può servire ed è servito anche a rivedere alcune regole».
Poi Sticchi Damiani ha parlato del suo rapporto con la tifoseria giallorossa: «Capita che i tifosi mi rimproverino per questa linea che portiamo avanti - ha spiegato - Spesso mi confrontano con un presidente vulcanico del nostro passato, che reagiva alle ingiustizie subite, lasciandosi andare ad attacchi multipli attraverso i giornali. Il mio modo di fare viene invece visto come inefficace da alcuni. Voglio chiarire che il confronto è frequentissimo e che ci facciamo sentire eccome. Rocchi può confermarlo. Ci siamo confrontati su vari temi come la sanzionabilità del tocco di mano o su come una giocata rimetta o meno in gioco un calciatore in offside. Allo stesso tempo mi chiedo in questi giorni se lo “step on foot” porti o meno ad un’altra esasperazione di una determinata situazione così come accaduto per altri aspetti passati e poi superati. Mi preme tranquillizzare tutti dopo quanto avvenuto nelle scorse settimane - ha poi concluso - il clima nei rapporti con gli arbitri è sempre quello e quindi di assoluta serenità. Mi sono complimentato tante volte con direttori di gara, che hanno ben operato, anche se poi abbiamo perso quel determinato incontro. Con Abisso no, non l’ho fatto. In ogni caso spero che la strada del buon senso e della cultura sportiva sana accomuni tutte le componenti che caratterizzano il nostro sport».
Per il designatore Rocchi, l’obiettivo dell’incontro di ieri era «rappresentare l’arbitraggio da un altro punto di vista. L’arbitro non è solo quello che vedete in tv - ha detto - è una storia diversa. Ringrazio il presidente del Lecce, mi fa molto piacere vederlo: oltre ad essere una persona di sport è una persona di grande cultura».
E ha poi aggiunto: «Confermo l'importanza del dialogo con le squadre, dal dialogo ho imparato tanto. È un intervento difficile da valutare, io sono sempre per l'interpretazione in campo. Casi uguali non ricapiteranno. La nostra filosofia è sempre la stessa: se qualcosa accade nell'immediatezza della rete dobbiamo intervenire. Vorrei che queste decisioni vengano prese in campo. Se vengono prese in campo, non ci sono polemiche. Se decidi in campo rompi l'emozione. Rompere poi un sogno può creare dei problemi. Noi siamo aperti al confronto».