Sabato 06 Settembre 2025 | 14:42

Malavita romana e arti marziali nel film di Mainetti

 
Alessandro Salvatore

Reporter:

Alessandro Salvatore

Malavita romana e arti marziali nel film di Mainetti

Mercoledì 09 Luglio 2025, 09:39

Dopo il folgorante esordio con Lo chiamavano Jeeg Robot, giunto al suo decennale, e il meno fortunato Freaks Out, Gabriele Mainetti torna dietro la macchina da presa con La città proibita, un’opera che riconferma la sua cifra visionaria e cinefila, tra fumetto e cinema di genere. Il film sarà disponibile in prima assoluta in streaming su Netflix da oggi.

Questa volta Mainetti (miglior regista esordiente e produttore nel 2016 ai David per il suo «Jeeg Robot») guarda a oriente, ispirandosi al wuxia - il cappa e spada cinese - ma trapiantandolo nel cuore multietnico di Roma, precisamente nel quartiere Esquilino. Protagonista è Mei (interpretata da Yaxi Liu), una giovane arrivata in Italia per ritrovare la sorella Yun, misteriosamente scomparsa.

La sua ricerca la mette in rotta di collisione con due poteri contrapposti: da un lato Wang (Shanshan Chunyu), boss cinese dalla crudeltà raffinata; dall’altro Annibale (un intenso Marco Giallini), vecchio malavitoso italiano legato al quartiere e a un oscuro passato.

La città proibita è un film visivamente ambizioso, dove le arti marziali si fondono con una Roma notturna e vibrante. L’opera conferma l’amore del regista per le contaminazioni e l’estetica pop, pur senza rinunciare a una narrazione che parla anche di identità, migrazione e appartenenza.

Con questa pellicola, il 49enne romano Mainetti mostra il suo coraggio di saper portare nel cinema italiano un linguaggio personale e originale, tra citazioni colte e cuore pop.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)