Disney+

«Loki 2», tragicommedia che scuote la Marvel con un cattivo «accattivante»

Marzia Gandolfi

La nuova stagione alterna riflessioni ed esplosioni tra la Londra degli Anni '70 e la Chicago del XIX. Protagonista Tom Hiddleston

Dopo aver ritracciato un’altra versione di sé che metteva a soqquadro gli universi paralleli, Loki aveva finito per scoprire che la TVA, una misteriosa amministrazione incaricata di sorvegliare il tempo e di impedire qualsiasi deviazione dalla sua linea centrale, non era chi pretendeva di essere. Così, una stagione dopo, lo ritroviamo in ambasce ma con una buona dose di umorismo nell’inferno burocratico della TVA.

L’esplorazione del più umano dei cattivi della Marvel riprende da dove l’avevamo lasciata: Loki (Tom Hiddleston) scopre le conseguenze dell’incontro con Colui-che-rimane (Jonathan Majors) e semina il caos, puntando tutto sul libero arbitrio e la bellezza dell’esperienza umana. La sua prima missione è «ripararsi», suo malgrado è catapultato tra presente, passato e futuro, e impedire al grande cattivo della storia di prendere i comandi del tempo.

Tra la Londra degli anni Settanta e la Chicago del XIX, la trama si complica, introducendo nuove meccaniche e personaggi inediti come O.B. (Ke Huy Quan), referenza in materia di tecnologia alla TVA. Dietro l’avventura, la suspense e i colpi di scena, Loki pone interrogativi esistenziali e mette a punto il ritratto di un antieroe combattuto tra la sua natura di «cattivo» e il suo desiderio di essere amato. Loki è un dio perdente e per questo irresistibile, un clown triste intrappolato col suo compagno di giochi (il Mobius di Owen Wilson) in un rigido sistema amministrativo in cui cerca soluzioni improbabili e prova a prevenire la fine dei tempi.

Declinata in sei episodi, diffusi su Disney+, la seconda stagione alterna riflessioni ed esplosioni dimostrando che il materiale supereroistico può produrre un divertissement più profondo e sorprendente dei blockbuster pirotecnici.

Privacy Policy Cookie Policy